Massive Attack: il nostro ritorno a Napoli

di Federico Vacalebre
Martedì 26 Luglio 2016, 23:58
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«Karmakoma» si, «Karmakoma» forse, «Karmakoma» no. Al concerto fiorentino di qualche giorno fa i Massive Attack non hanno proposto il loro brano forse più richiesto, e nemmeno «Teardrop», «Protection» e «Paradise circus» se per questo: uno show breve (un’ora e un quarto) con Robert Del Naja costretto ad interrompere un pezzo per problemi di voce e a scusarsi con il pubblico. Ma per l’uomo un tempo chiamato 3D lo show napoletano di stasera all’Arena Flegrea - un ritorno dopo il sold out al «Neapolis festival» del 2008 - è una data speciale, viste le sue origini campane e il suo tifo sfegatato per la maglia azzurra. E «Karmakoma» in versione «Napoli trip», naturalmente, diventa una canzone ancora più speciale, difficile da dimenticare in scaletta, visto che sul palco, prima del collettivo di Bristol ci saranno gli amici Almamegretta, con Raiz, che di quello storico incontro fu voce e anima.

Ma come nacque, Rino, quel rendez vous?
«Noi avevamo registrato il nostro primo album, “Animamigrante”, con un produttore come Ben Young, di Bristol come i Massive. La scena locale era molto coesa, Robert si era incuriosito, voleva sapere che sound aveva la band di cui si stava occupando l’amico, così ci ascoltò e lo convincemmo al punto che disse che gli sarebbe piaciuto fare qualcosa insieme».

E qualcosa insieme faceste.
«Era il 1994 e Mtv chiese al gruppo di partecipare a “Passengers”, un programma on the road: l’artista al centro della puntata andava in una città, ne mostrava i luoghi e i suoni. Del Naja & Co decisero di venire a Napoli, ci contattarono, ci chiesero una cornice colorata per l’evento».

E cornice colorata fu.
«Chiesi a mia zia di usare la sua casa ai Quartieri Spagnoli, via Santa Maria Ognibbene. Un basso, ma, come dice la canzone, no stu’ vascio nun è vascio, è na reggia... Una reggia per un party casalingo, con salatini, patatine e birra. Mio zio e mia zia ci guardavano, noi ci raccontavamo per le telecamere nel cuore della città antica».

Poi il «Napoli trip» finì anche su disco.
«Andammo in studio di registrazione e “Karmakoma” conobbe il fuoco del Vesuvio. Per noi Almamegretta fu un’emozione, un onore, ma anche un aiuto per la nostra carriera».

In che senso?
«Ci diede un po’ di visibilità internazionale, ma, soprattutto, di credibilità nazionale: c’era una certa scena fighetta milanese che decideva quali suoni si portavano e quali no. Senza quella sorta di endorsement dal gruppo leader dell’onda trip hop forse non ci avrebbero accettati con il nostro sound insieme terrone, multikulti e giamaicano».
Che farete stasera all’Arena Flegrea con Robert Del Naja, Grant Marshall, Horace Andy & Co.?
«Non lo so ancora, apriremo la serata con un nostro miniconcerto, poi... se “Karmakoma/Napoli trip” deve essere sarà».

Nell’attesa: con Del Naja, tifoso sfegatato della squadra di Sarri, avete parlato dell’affaire Higuain?
«Ci siamo scambiati messaggini e, certo, anche lui non l’ha presa bene. Parlare di tradimento può sembrare esagerato, il calcio dovrebbe essere tifo, passione, e non fede cieca, ma... a Napoli è qualcosa di più, è anche l’ultima bandiera rimasta dopo la fine delle ideologie, il crollo delle utopie. Credo che Robert abbia anche in mente chi potrebbe sostituire Gonzalo. Io, però, ho un provocazione per lui».

Sentiamo.
«3D tifa per il Napoli, da sempre, segue le partite in tv al pub, ogni volta che può viene al San Paolo, ma nel suo cuore c’è anche la squadra della sua città. Se il Bristol fosse promosso e, metti caso, dovesse scontrarsi in Champions League con il Napoli, per chi tiferebbe? Se il Bristol avesse avuto i soldi per comprare il Pipita da che parte della barricata si sarebbe trovato?».
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