Monumentando, lo spot è un affare
ma non per le casse del Comune

Monumentando, lo spot è un affare ma non per le casse del Comune
di Pierluigi Frattasi
Sabato 24 Giugno 2017, 23:34 - Ultimo agg. 25 Giugno, 07:26
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Il progetto Monumentando del Comune per il restyling di 27 monumenti storici napoletani è stato bocciato dall’Autorità Anticorruzione che ha inviato le carte in Procura e alla Corte dei Conti. Cantieri dai tempi biblici e spese di restauro ridotte all’osso grazie ai super-ribassi fino al 75% sugli importi di gara in sede di affidamento alle ditte specializzate, tra i motivi principali dei rilievi dell’Anac. Ma quali sono i numeri di Monumentando? I cantieri avviati sono 10: la Colonna Spezzata, l’obelisco di Portosalvo, le fontane del Carciofo, Spina Corona, della Maruzza e del Seguro a piazza Mercato, la statua di San Gaetano ai Decumani, le Torri aragonesi del Castello del Carmine, la colonna Diaz e il Ponte di Chiaia.

Il bando di gara prevedeva che per il restyling di queste opere, comprensivo di progettazione ed esecuzione lavori, l’importo dovesse essere di 1.445.000 euro, su un totale di 3,5 milioni. L’Anac, però, ha puntato i riflettori, in particolare su 7 opere, per i quali si è riusciti a ricostruire la certificazione dei lavori eseguiti. Su un totale di 7 interventi a bando per 525mila euro, i costi sostenuti dalla società affidataria Uno Outdoor, invece, tra progettazione e restauri per lavori già completati e consegnati al 2016, sarebbero di appena 380mila euro, secondo i dati del Municipio aggiornati a dicembre dello scorso anno. Mentre, per i soli restauri, al netto, quindi, delle progettazioni, l’Anac ha calcolato che si sarebbero spesi circa 130mila euro. Un altro dato significativo che l’Authority sottolinea è che questi lavori, considerando la complessità e la delicatezza degli interventi, sarebbero dovuti costare almeno 193mila euro. Ma quanto ha guadagnato la società di sponsor dalle pubblicità? Secondo i dati pubblicati dalla stessa Uno Outdoor, il prezzo per l’affitto alle agenzie pubblicitarie degli spazi delle impalcature in concessione sarebbe di circa 820mila euro al mese. Cifra riferita, però, solo a 7 delle 10 opere già cantierate, in quanto per le fontane del Seguro, Spina Corona e Maruzza la società ha dichiarato di non aver esposto la pubblicità. Una stima presuntiva sul prezzo medio della pubblicità ci porta così a valutare diversi milioni annui di ricavo di pubblicità nel 2016 a fronte di spese che ammontano a poco meno di 400mila euro. I ricavi sarebbero quindi di gran lunga superiori ai costi. A fronte di questa somma, puramente indicativa perché i lavori di restyling dei monumenti sono iniziati in tempi diversi e hanno avuto durate diverse, il Comune di Napoli ha incassato solo 136mila euro dalla tassa sulla pubblicità, nel periodo compreso tra il 20 gennaio 2014, quando è stata aggiudicata la gara, e dicembre 2016, calcolata con lo sgravio del 50% sull’imposta di affissione previsto da convenzione. E non incassando nulla, invece, dalla tassa di occupazione di suolo pubblico sulle impalcature, visto che le regole del Monumentando prevedono l’esenzione totale. Per l’avvocato Gaetano Brancaccio, «si registra una sperequazione mostruosa tra la durata dell’esposizione delle pubblicità e gli incassi della società e gli importi dei restauri effettivamente realizzati». Attualmente, quindi, sono 8 su 27 le opere già consegnate: la Colonna Spezzata, l’obelisco di Portosalvo, le fontane del Carciofo, Spina Corona, della Maruzza e del Seguro a piazza Mercato, il monumento a Diaz e la statua di San Gaetano ai Decumani. 

Il monumento ai caduti di Pianura e il ponte levatoio del Maschio Angioino sono stati manutenuti da altre ditte con altri fondi. Nel primo caso, il busto del milite ignoto era stato rubato a luglio 2015. Nel secondo, il Comune si è affidato alla ditta trevigiana Edil Legno che ha completato l’intervento in 5 giorni. Due interventi, invece, sono ancora in corso d’opera: le Torri aragonesi del Castello del Carmine e il Ponte di Chiaia, quest’ultimo messo in sicurezza dal Comune con reti e ponteggi, dopo il distacco di calcinacci, in un mese, e, quindi, affidato a Monumentando. Nel dettaglio, l’intervento sulla Fontana del Carciofo doveva durare 120 giorni da bando, che nel contratto sono schizzati a 168, per arrivare alla fine a 187. I lavori sarebbero dovuti durare 2 mesi, da aggiungersi ai 2 di progettazione, invece ce ne sono voluti 6. L’importo dell’intervento era stato stimato in 90mila euro, di cui 65mila per lavori. Di questi, il costo dell’intervento specialistico Os2 era di 37mila euro. La cifra certificata per il restauro, invece, è di soli 20mila. L’affitto della pubblicità sulle impalcature, invece, è stato calcolato in 80mila euro al mese per 150 mq. La storia si ripete per l’Obelisco di Portosalvo, restaurato a partire dal 12 settembre 2015. Anche qui, i tempi da contratto erano di 168 giorni, tra progettazione ed esecuzione, ma sono arrivati a 352. Costo del restauro: 40mila euro, sui 50mila previsti. Fitto da pubblicità: 80mila euro al mese. Tempi lunghi anche per la Colonna Spezzata che era stata già restaurata qualche anno fa. Anche in questo caso, al posto dei 4 mesi di progettazione ed esecuzione, ce ne sono voluti 6. Costo: 12mila euro, sui 57mila previsti. Incasso da pubblicità: 120mila euro al mese, per 260 mq. Il monumento a Diaz doveva essere rifatto in 240 giorni, si è arrivati a oltre 540. I lavori sono sospesi dall’8 luglio 2016, secondo l’Anac, e sono costati 30mila euro, su un importo totale di 146mila.
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