Ma se gioca così non ci sono pericoli

di Francesco De Luca
Lunedì 25 Aprile 2016, 23:36
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Finali fatali. Rischiano di rovinare la stagione più bella del dopo Maradona. Il 13 febbraio a Torino, minuto 88 di Juve-Napoli, Zaza segnò il gol del sorpasso sugli azzurri. Ieri, minuto 89 di Roma-Napoli, Nainggolan ha spinto i giallorossi a due punti dagli azzurri e dal secondo posto, a tre partite dal termine.

Fino a quel momento si era vista una sola squadra in campo, il Napoli, arrivato più volte vicino al gol che avrebbe blindato la Champions. È stata positiva la prestazione fino all’attimo che ha rimesso tutto in gioco. Come si temeva dopo i primi positivi risultati ottenuti con Spalletti, il Napoli deve guardare alle proprie spalle, cioè alla Roma: i match con Atalanta, Torino e Frosinone saranno più duri sotto l’aspetto psicologico che tecnico perché c’è il rischio di un contraccolpo, come accadde dopo lo 0-1 allo Juventus Stadium, quando cominciò a sfumare il sogno scudetto. Il Napoli non può permettersi di buttare a mare mesi di belle partite e sacrifici. Il primato aveva illuso e il ritorno alla realtà è stato brutto, negli ultimi 270’ c’è tutto in palio.

Per cominciare, i milioni che assicura la qualificazione diretta in Champions League (l’introito iniziale oscillerà sui 40 milioni e andando oltre la fase a gironi la cifra si alzerà: la Roma, ad esempio, ne incamererà 77 per la stagione europea 2015-2016), le operazioni di mercato e il futuro di Higuain. De Laurentiis ha annunciato che non ha ricevuto la proposta da 94 milioni però ha anche chiarito che il Pipita vuole giocare la Champions: il terzo posto allontanerebbe da Napoli il bomber. Così come potrebbero esservi perplessità sulla permanenza di Sarri. Ecco perché l’operazione-secondo posto deve andare in porto: non si può commettere la minima leggerezza dal 2 al 15 maggio. La terza sconfitta esterna consecutiva è stata differente da quelle contro Udinese e Inter. Su quei campi, al di là di errori arbitrali, il Napoli si era quasi subito arreso. A Roma no, ha giocato con ordine, intensità e pragmatismo, arrivando subito al gol, annullato per fuorigioco a Callejon (questione di centimetri). Ma il finale è stato fatale e non soltanto perché in campo è entrato Totti, il Campione taumaturgo: con lui, la Roma ha conquistato due pareggi e due vittorie nelle ultime 4 partite.

È stato commesso dal Napoli un errore pesante perché è inconcepibile che a un minuto dalla fine tre avversari possano passarsi il pallone in area e che ci si dimentichi di Nainggolan, che ha potuto mirare bene il punto dove spedire il pallone. Certe leggerezze si pagano, soprattutto nella fase cruciale della stagione, in cui è pesato il rendimento esterno contro le altre big. Lo score è sconfortante: pareggio con la Fiorentina; sconfitte con Juve, Roma e Inter. Il Napoli e i suoi tifosi non meritavano un finale così sofferto, dopo aver assistito per molti mesi a partite giocate bene (come quella all’Olimpico), con gol di pregevole fattura (li ha sfiorati Higuain). E ora? Il Napoli dovrà giocare due partite in casa e una in trasferta: le insidie sono relative, difficile che il Frosinone debba giocarsi la salvezza proprio il 15 maggio a Fuorigrotta. La Roma, che ha difficoltà fisiche emerse nel secondo tempo contro gli azzurri, ne avrà due fuori e una all’Olimpico: l’impegno più delicato sarà l’ultimo, in casa del Milan che aspira ancora all’Europa League. Se il Napoli giocherà come ieri, recuperando i gol, la Champions sarà sua.

La prestazione a Roma è stata confortante per lunghi tratti: il Napoli - schierato Mertens al posto di Insigne, ha funzionato l’inversione del turnover - è stato padrone della partita, anche se non è riuscito a chiuderla. Ed è da questo aspetto che deve ripartire Sarri per affrontare l’ultima salita. Vietato mollare adesso che è tornato Higuain, a cui soltanto un portiere in vena di prodezze con Szczseny ha negato la gioia della rete. I colpi di sfortuna fanno, purtroppo, parte del gioco. Aprile è il mese in cui si è ribaltato il destino del Napoli. È scivolato da 3 a 12 punti dalla Juve (che prima dello scontro diretto di febbraio era a -2 dagli azzurri) e ha visto risalire la Roma.

È cambiato l’avversario con cui confrontarsi a distanza, però il vigore dev’essere addirittura superiore a quello messo nel duello coi bianconeri perché perdere la qualificazione diretta alla Champions rovinerebbe questa stagione e anche la prossima.
La notizia della vittoria della Roma ha consentito alla Juve di festeggiare il quinto scudetto consecutivo. Complimenti ad Allegri e ai suoi uomini che hanno confermato forza tecnica e personalità. Certo, vi sono stati «supporti» arbitrali in momenti critici, ma questo è un altro discorso e riguarda la debolissima struttura del calcio italiano. I risultati dicono tutto: ha vinto la più forte, ancora una volta.
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