Vomero, il Tar boccia il Comune
«Quel parcheggio va realizzato»

Vomero, il Tar boccia il Comune «Quel parcheggio va realizzato»
di Pierluigi Frattasi
Mercoledì 22 Marzo 2017, 00:27 - Ultimo agg. 00:32
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«Il parcheggio pertinenziale di piazza degli Artisti-via De Bustis si deve fare». Il Tar della Campania dà l’ultimatum al Comune di Napoli: 60 giorni di tempo per dare seguito alla sentenza già emessa nel 2013, e confermata due anni fa dal Consiglio di Stato, e realizzare la mega-struttura sotterraneo da 333 posti auto. Palazzo San Giacomo avrà tempo fino al 2 maggio prossimo per convocare la ditta Cooperativa Napoli 2000, e stipulare la convenzione, preliminare alla cessione dei suoli. Se non lo farà, dovrà nominare un commissario ad acta, sostenendo anche il relativo onorario.

Con una sanzione aggiuntiva: se il Comune non ottempererà alla sentenza in tempi strettissimi, a partire dal 31esimo giorno dalla notifica, dovrà pagare una multa di 150 euro per ogni giorno di ritardo. Tutte le carte sono inviate dai giudici amministrativi alla Procura e alla Corte dei Conti per ulteriori accertamenti.

Una sentenza durissima, quella emessa il 2 marzo scorso dalla IV sezione del Tar Campania, presieduta da Anna Pappalardo, che ha voluto così imporre un’accelerazione alla chiusura dell’annosa questione, che si trascina ormai dal 2007, quando l’ex commissario alla Mobilità, il sindaco Rosa Russo Iervolino, decise la realizzazione di 23 parcheggi pertinenziali in tutta la città, compreso quello del Vomero.

Nel 2012, la giunta de Magistris stralciò da quell’atto 12 strutture, tra le quali quella di piazza degli Artisti, innescando una serie di contenziosi con le ditte aggiudicatarie.

A più riprese, i giudici amministrativi hanno dato ragione alla ditta, incaricata dei lavori al Vomero, difesa dagli avvocati Antonio Palma e Luca Migliore, e torto al Comune, annullando la delibera 56 del 2012. Tuttavia, nonostante inviti e diffide, secondo i giudici, l’Ente avrebbe sempre fatto orecchie da mercante.

L’intricata vicenda è ricostruita all’interno del dispositivo della sentenza di ottemperanza.Dopo la decisione del Consiglio di Stato del 2015, il Comune aveva due strade: concedere i permessi per costruire il parcheggio, o, in alternativa, revocare la delibera del commissario, «come sarebbe senz’altro stato nei suoi poteri», scrivono i giudici.
Il 7 ottobre Palazzo San Giacomo opta per questa seconda strada, annunciandola in una nota difensiva, e chiedendo il rinvio dell’udienza del 12 ottobre, proprio «per consentire il perfezionamento di tale procedimento di autotutela». Il Tar, quindi, apre un’istruttoria. Il 9 dicembre, il Municipio informa che si sta lavorando ad un possibile «bonario componimento della vicenda». Ma a febbraio cambia idea. In una nota della Direzione Centrale Infrastrutture «singolarmente – scrivono i giudici – si dichiara di non avere più intenzione di revocare il provvedimento e si aggiungono una serie di peculiari considerazioni». Secondo gli uffici comunali, c’è il rischio che un’eventuale revoca possa essere impugnata. Per questo ne rimettono l’attuazione al commissario ad acta nominato dal Tar.

«Una simile azione amministrativa – commentano i giudici -è gravemente contraddittoria. Ma l’aspetto più grave – aggiungono -, peraltro, potenzialmente foriero di responsabilità amministrative, contabili e penali, è che implicitamente il Comune rimette al Tar l’esecuzione di un provvedimento che ammette di dover eseguire. Un simile comportamento è volto, neppure in modo troppo celato, a spostare in questa sede giurisdizionale la responsabilità» e «costituisce una condotta temeraria», «che integra un abuso del processo».
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