Nell’inferno di via Marina dove la legge è un optional

Nell’inferno di via Marina dove la legge è un optional
di Giuseppe Crimaldi
Giovedì 30 Giugno 2016, 23:38
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 C’è un tratto di confine tra terra e mare, a Napoli, che coincide con la linea di confine ideale tra il bene e il male. Inizia da quella via Nuova Marina (a tutti meglio nota come via Marina), segmento centrale di un nastro d’asfalto senza soluzione di continuità che pure cambia nome per altre due volte, trasformandosi in via Cristoforo Colombo, a ridosso del Molo Beverello, e in via Amerigo Vespucci, sul versante che porta verso la periferia orientale. Due chilometri e mezzo, in totale: tra i più pericolosi da percorrere, a piedi o in macchina, mai come in questo momento. È qui che i maledetti della «banda del Rolex» hanno colpito ancora, assaltando la Porsche Carrera sulla quale viaggiava Angela Turner, nuora del tycoon della Cnn Ted, e tentando di rapinarla del prezioso Patek Philippe che sfoggiava al polso.

Scippo mancato per un soffio. Abbiamo provato a percorrere e ripercorrere quel tratto di strada trasformato ormai in una specie di riserva di caccia per chi vive di crimini predatori, e alla fine la sensazione è di disarmo totale. Per due ore, ieri mattina. Restando fermi a osservare il flusso di veicoli e scooter che sfrecciano lungo quella che è una delle arterie più battute da napoletani e turisti si ha la sensazione che i protagonisti del colpo mancato alla Turner non si siano affatto scoraggiati. Anzi. Nonostante il su e giù, le «vasche» ripetute dalle auto di polizia e carabinieri, e persino l’andirivieni di una camionetta dell’Esercito, la presenza di giovani a bordo di scattanti moto è stata la costante che resta impressa nella memoria dell’osservatore. Le ronde. Il luogo d’osservazione ideale si trova a metà strada di quei due chilometri e mezzo di asfalto.

A pochi passi da un albergo a quattro stelle dal quale continuano a entrare e uscire turisti bardati di gioielli e costose macchine fotografiche, e a un tiro di schioppo dalla facoltà di Giurisprudenza. Sole a picco, afa cocente in un giovedì d’inizio estate a Napoli. Dopo poco compaiono le prime brutte facce che vanno avanti e indietro a bordo di un Tmax bianco; senza casco, sbucano improvvisamente contromano da via Duca di San Donato per poi percorrere ripetutamente via Marina. Lo fanno per almeno quattro volte, tenendo d’occhio le auto di grossa cilindrata, prediligendo quelle sulle quali viaggiano gli stranieri diretti verso gli imbarchi per le isole. «Li vedete, eccoli là - si lascia sfuggire il titolare di un bar che forse sa assai più di quello che poi però riesce a dire completamente - Fanno questo tutto il giorno: sopra e sotto, alla ricerca della vittima di turno». Ma chi sono? E da dove vengono? «No, non mi fate queste domande o va a finire che non lavoro più». Alla coppia di centauri dopo mezz’ora se ne aggiungono almeno altre due. Cambiano gli scooter - un Bmw e un Honda SH - ma le facce sono le stesse: poco raccomandabili, colli, braccia e polpacci tatuati, occhi taglienti che puntano lontano. Pare quasi che conoscano i ritmi di passaggio delle forze dell’ordine. Di certo si scambiano sguardi complici e forse anche frasi in codice. Continuano nel loro apparentemente perso andirivieni, in quello che sembra un girovagare senza meta, e che - invece - forse ha il suo obiettivo preciso: la caccia al turista da colpire. Le indagini. Quello che è ben noto a polizia e carabinieri è un fatto. Gli investigatori sanno che sul tratto di strada prediletto dai «predatori» in ciclomotore convergono tre distinte bande, tre gruppi di pregiudicati (quasi tutti giovani e giovanissimi) provenienti da altrettante «basi» di partenza. La prima è quella delle Case Nuove: uno dei fortini della microcriminalità specializzata in scippi e rapine.

Quelli delle Case Nuove sono sicuramente tra i pregiudicati più pericolosi. E i più insidiosi: perché, nei percorsi scelti durante le vie di fuga, possono contare sull’appoggio logistico e sulle complicità dei residenti della zona che va da piazza Mercato alla Ferrovia. Probabilmente gli autori del raid messo a segno l’altro giorno ai danni della Turner (i quali, ricordiamolo, hanno usato una tecnica d’assalto inedita, sbucando come saette a bordo di uno scooter da un marciapiedi di via Marina) vengono proprio da quell’area. La seconda banda di delinquenti si muove invece da Forcella. Sono giovanissimi. Spesso si muovono armati e non esitano a puntare in faccia alla vittima, per terrorizzarla, la canna di una pistola. Messo a segno il colpo, risalgono i vicoli del Borgo Orefici per guadagnare la fuga verso casa. Impossibile stargli dietro, a meno che non si muovano le pattuglie motorizzate a due ruote dei «Nibbio» o dei «Falchi». Il terzo nucleo di malavitosi che campano di scippi e rapine si trova ai Quartieri spagnoli. Cioè a due passi dal Porto.

Ed è proprio quella, la zona del Molo Beverello, che prediligono per realizzare i loro colpi. I professionisti della «banda del Rolex» nascono proprio lì, tra i vicoli dei Quartieri. Recenti indagini hanno dimostrato anche come una parte di questi esperti scippatori si muova anche fuori i confini metropolitani: la riviera romagnola, Nizza, Palma de Mallorca e Ibiza le loro mete estive preferite. La videosorveglianza. La riaccensione delle telecamere di videosorveglianza stradale lungo i percorsi della città di Napoli - da tempo auspicata - è finalmente una realtà. Grazie agli «occhi» telematici più o meno nascosti lungo i percorsi più battuti da rapinatori e scippatori oggi le forze dell’ordine dispongono di uno strumento formidabile per ricostruire le aggressioni ai danni di napoletani e stranieri. E, con ogni probabilità, il cerchio intorno ai delinquenti che hanno aggredito Angela Della Costanza, la nuora del fondatore della Cnn, si chiuderà a breve proprio grazie a una telecamera che avrebbe ripreso l’aggressione. Le testimonianze. Poca, pochissima voglia di parlare tra chi vive o lavora lungo il nastro del terrore di via Marina e dintorni. Salvatore opera in uno dei distributori di carburante della strada: «Facce brutte ne vedo passare tante - racconta - ma come faccio a dire che sono dei rapinatori?».

È vero, le apparenze non possono bastare e non devono tradursi in sentenze di condanna preventive. Se poi entri a domandare ai dipendenti di uno degli alberghi che hanno puntato su via Marina trovi chi ti fa spallucce: «Nessuno dei nostri clienti è mai stato rapinato o aggredito», taglia corto uno dei concierge in livrea. «Qui di giorno io vedo solo parcheggiatori abusivi - dice un giovane che esce dalla facoltà di Giurisprudenza - Di sera non lo so. Sono fuori sede, abito in via dei Tribunali e vi posso dire che lì comunque mi sento più sicuro, anche dopo il tramonto».

Pare che le parole scippi e rapine siano bandite da queste parti. Eppure i dati indicano che questa rimane una delle arterie stradali maggiormente trafficate dai malviventi. Nemmeno all’interno di quello che a Napoli è uno dei grandi centri di eccellenza dei sapori e della ristorazione si trovano conferme al senso di smarrimento che si avverte all’esterno. «Scippi? Mai visti qui in zona - risponde un addetto alle vendite - Ma noi non mettiamo il naso fuori, lavoriamo qui all’interno».

Vuoi vedere che alla fine quello della microcriminalità è un fenomeno di autosuggestione colletiva? Il dispositivo.
Un’occhiata alla prevenzione. Che qui, come in tanti altri luoghi normalmente battuti dai stranieri e turisti - c’è ed è anche consistente. Il piano coordinato interforze prevede un impiego robusto di uomini e mezzi. La sola Polizia di Stato impiega tutti i giorni - ventiquattr’ore su ventiquattro - turni completi di impiego di quattro pattuglie automontate dislocate lungo il segmento che va da via Amerigo Vespucci fino all’ingresso della Stazione Marittima. Le Vonlanti, come abbiamo avuto modo di verificare anche ieri, percorrono in lungo e in largo tutto il tratto, comprese le corsie preferenziali. Si tratta di un modulo operativo condiviso con l’Arma dei carabinieri e con la Guardia di Finanza. Le forze dell’ordine hanno inoltre potenziato già da maggio la loro presenza lungo tutti gli altri itinerari più battuti dai turisti: lungo le vie della storia, della cultura e dell’arte che si dipanano da Forcella ai Decumani, dalla Sanità a Capodimonte.
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