Piazza Bellini, i residenti al Tar: fermi la movida

Piazza Bellini, i residenti al Tar: fermi la movida
di Valerio Esca
Martedì 17 Ottobre 2017, 22:17
3 Minuti di Lettura
Stop alla movida molesta di piazza Bellini, dalle 22 alle 6 per tutti i giorni della settimana. Questa la richiesta di residenti, albergatori e comitati civici di piazza Bellini, che hanno deciso di presentare ricorso al Tar – grazie ad un pool di cinque avvocati (Renato Sivio, Giuseppe Sparano, Mauro Boccassini, Roberto de Filippis Gennaro Esposito) - per la continuata «esposizione a livelli di inquinamento acustico» superiore ai limiti previsti dal Piano di zonizzazione acustica.

Il ricorso è stato redatto sulla scorta della relazione dell’Asl Napoli 1 Centro che, dopo l’ennesima denuncia da parte dei ricorrenti, nella notte tra il 17 ed il 18 giugno scorso, ha potuto accertare, con l’uso di apparecchiature regolarmente calibrate, come a piazza Bellini si registrasse un inquinamento acustico, da solo rumore «antropico», di 105 decibel, superiore al limite di 55 decibel previsto dal Piano acustico (approvato con delibera di Consiglio comunale, il 21 dicembre 2001).

Ad integrazione del già esistente piano regolatore generale. In sostanza questo sta a significare che a piazza Bellini il livello acustico supera di 50 decibel quello previsto dai regolamenti. Per molto meno, una settimana fa, il Tribunale civile di Brescia ha condannato il Comune a risarcire a due suoi cittadini 50mila euro, a causa del rumore antropico (superiore di 20 decibel, rispetto ai 50 registrati a Napoli, ndr) per gli schiamazzi degli avventori di alcuni locali.

Una sentenza che può fare giurisprudenza, in un Paese dove da oltre vent’anni si combatte la movida a suon di ordinanze sindacali. Nel ricorso dei residenti di piazza Bellini si legge inoltre: «Il limite di 55 decibel, previsto dal Piano di zonizzazione acustica, per letteratura medica, per l’Organizzazione mondiale della sanità e per l’Agenzia europea per l’ambiente è assolutamente invalicabile e la protratta esposizione a livelli di inquinamento superiore, determina malattie quali ipertensione arteriosa, disturbi cardiovascolari, disturbi del sonno e dell’apprendimento, depressione e stress post reattivo oltre a tutta una serie di vere e proprie malattie psichiatriche e psicologiche facilmente comprensibili».

La richiesta al Tar va nella direzione di «ordinare alle amministrazioni competenti di provvedere all’istanza o di nominare, in caso di inosservanza, il commissario che provveda, in via sostitutiva, a spese dell’amministrazione, ad adottare i provvedimenti non adottati per legge». Ma i ricorrenti alzano il tiro e nell’atto reclamano l’applicazione di misure drastiche, come disporre «l’orario di chiusura delle attività commerciali inquinanti, in piazza Bellini, onde non aggravare la persistente situazione ovvero la inibizione di ogni ulteriore immissione acustica dalle 22 alle 6 del giorno dopo, di ogni giorno della settimana, nell’attesa dell’adozione di un piano di risanamento acustico della piazza». Sul piede di guerra non soltanto i residenti, ma anche gli albergatori di via Costantinopoli, piazza Bellini e via Bellini, costretti spesso a risarcire o ad effettuare lauti sconti agli ospiti.

Oltre a beccarsi recensioni negative su TripAdvisor, Booking, Expedia.
Clelia Santoro dell’Hotel Costantinopoli 104 racconta: «Siamo molto danneggiati dai continui schiamazzi. Alcune delle nostre camere affacciano su via Bellini, dove ci sono molti locali. Spesso ho dovuto effettuare sconti agli ospiti che non sono riusciti a dormire la notte. In più dobbiamo anche leggere in tutte le lingue del mondo le critiche che ci vengono riportate sui siti turistici. A farne le spese non siamo soltanto noi, ma l’immagine di tutta la città. Noi non siamo contrari alla movida - aggiunge Clelia Santoro - ma non si può neanche pensare fino alle tre di notte di tenere le casse della musica fuori ai locali».
© RIPRODUZIONE RISERVATA