«Podisti, altro incidente 15 giorni fa
a Napoli è una corsa a ostacoli»

di G​ianluca Agata
Venerdì 28 Ottobre 2016, 23:56
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Cinquemila atleti tesserati in Campania, ventimila appassionati, decine di società che si occupano di mondo master, più che raddoppiato negli ultimi anni. Voglia di star bene diventata anche un piccolo grande business. Il popolo dell’alba e del tramonto. Quello che, prima di andare in ufficio, oppure non appena ritornato a casa, indossa scarpette e canotta per «invadere» le strade cercando chi la forma fisica, chi lo scarico mentale, chi semplicemente la voglia di correre per rilassarsi dopo una giornata di lavoro. Antonio Esposito è il presidente della Napoli Nord Marathon. Quasi duecento tesserati, una delle società più attive a Napoli. A due passi dal bosco di Capodimonte, conosce le insidie di tutte le strade napoletane.
Ha sentito dell’incidente di Pianura?
«Sì, e mi dispiace tantissimo. Purtroppo non è l’unico».
Quanti sono i podisti interessati ogni anno?
«Io sento di almeno una decina di casi l’anno. L’ultimo, prima dello sfortunato amico di Pianura, a Sant’Arpino dove una signora è stata centrata da un furgoncino alle 7 del mattino non più tardi di un paio di settimane fa».
Dove ci si allena maggiormente?
«Chi ha la possibilità lo fa nei parchi: Capodimonte, la villa Comunale, il Virgiliano. Poi in strada sul lungomare tra persone che passeggiano e ciclisti da evitare. Anche a Scampia c’è una bella villa dove correre».
E gli altri?
«In strada, un po’ dappertutto».
Quelle più pericolose?
«Più che strade direi orari. Perché all’alba il podista pensa di essere da solo ed il conducente d’auto di essere il proprietario della strada».
E allora?
«Bisogna essere attenti, tutti».
Consigli per i podisti?
«Giubbini catarifrangenti, colori vivaci, nastri colorati sotto le scarpe, eventualmente luci, correre nella mano contraria alla direzione della vettura in modo che l’auto possa averti di fronte e tu possa avere più tempo per spostarti. E poi nelle curve cieche allargare la propria figura con il braccio esterno teso e magari portare con sé anche un fazzoletto».
C’è anche un problema di cultura? Di rispetto per il podista?
«Rispetto a trent’anni fa, quando ho cominciato le cose sono cambiate e di molto, c’è più attenzione anche se gli ostacoli sulla sede stradale sono sempre tantissimi: un albero, un bidone, un cumulo di materiale, un palo. Ci sono sempre moltissimi impedimenti. Per questo bisogna anche avere tanto di occhi aperti perché un improvviso cambio di direzione può cogliere qualcuno distratto e l’automobilista poi non presta attenzione sufficiente».
La situazione nella regione?
«Non cambia molto rispetto a Napoli. C’è tanta gente che corre e molti in sedi stradali che si prestano all’incidente».
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