Nella casa dell’Orso Ferito
tra i mosaici dell’altra Pompei

Nella casa dell’Orso Ferito tra i mosaici dell’altra Pompei
di Gaty Sepe
Giovedì 23 Marzo 2017, 23:46
4 Minuti di Lettura
inviato a Pompei

In via degli Augustali, nel cuore della Pompei antica che è poco lontano dal cuore della Pompei contemporanea consumato dalle comitive di turisti, si vedono solo operai. Siamo nella Regio VII, praticamente l’area più grande della città romana, fruibile fino ad oggi soltanto negli spazi del Foro e delle Terme, che si prepara alla riapertura il prossimo 29 marzo. Dopo i lavori di messa in sicurezza e restauro un altro pezzo di «memoria» - via degli Augustali, ma anche il vicolo del Lupanare, e le domus di Sirico e dell’Orso Ferito - verrà restituito alla visita cambiando il volto della città che viene «abitata» ogni giorno da una popolazione di turisti. Aprire e decongestionare, offrendo nuove opportunità alla bramosia di visita degli ospiti è l’obiettivo del direttore generale della Sovrintendenza Massimo Osanna. Un itinerario alternativo che sarà inaugurato a giorni e che Il Mattino ha percorso in anteprima, lontano dalle rotte delle comitive, dal vociare scalmanato degli studenti, dal sottofondo multilingue delle guide, fino alla Casa dell’Orso Ferito.

Qui, all’angolo tra via degli Augustali e il vicolo del Lupanare una grande lastra di vetro infrangibile con un’intelaiatura in metallo che simula il Cor-ten spunta tra basoli e mattoni rossi. Già sperimentata per il Cave canem della Casa del Poeta Tragico, protegge l’Orso trafitto da una lancia con la ferita sanguinante, nel mosaico che un paziente lavoro di pulizia e restauro - le lacune sono state riempite con le tessere originali ritrovate - ha riportato alla luce: Laura D’Esposito, funzionaria archeologa, mostra una foto del «prima» in cui si vedono solo erbacce spuntare dalla patina indistinta che ricopre il pavimento. Il mosaico - l’animale morente è un simbolo apotropaico - era nell’ingresso principale della domus, alla quale invece adesso si accede da un’apertura secondaria. Chiusa definitivamente dal terremoto dell’80, ma in realtà quasi mai accessibile anche nel periodo precedente al sisma, e quindi di fatto sconosciuta, la Casa tornerà visitabile, insieme alla vicina Casa di Sirico che verrà riallestita con i calchi dei superstiti ritrovati da Fiorelli, dal 29 marzo. Un sistema di passerelle che verrà montato successivamente permetterà ai visitatori di raggiungere il viridarium, il piccolo giardino con la fontana, posta proprio di fronte all’ingresso senza calpestare i mosaici.

A dispetto delle piccole dimensioni la domus, che risale al 50 d.C. e fu ricavata dallo spazio di risulta di due abitazioni precedenti, vanta infatti un apparato decorativo notevole. Sulle pareti dell’ingresso con il mosaico dell’Orso Ferito ci sono affreschi di IV stile che raffigurano animali mitologici e figure umane. Nell’atrio dalla pianta asimmetrica fa bella mostra di sé un tappeto musivo in tessere bianche e nere con elementi geometrici, trecce e due capi a far da cornice all’impluvium di cui è stato ripristinato anche l’originale sistema di canalizzazione delle acque. E mosaici ci sono nei pavimenti di ognuno dei piccoli ambienti che si affacciano sull’atrio: nell’oecus il motivo a losanghe è realizzato con tagli di marmo e altre pietre calcaree, nei cubicula e nel triclinium gli emblemata realizzati con piccole tessere impreziosiscono il pavimento in cocciopesto. Tutto, in questa piccola domus in cui non sono state trovate tracce di chi la abitava, suggerisce l’idea che il padrone di casa fosse un commerciante, non certo ricco, ma preoccupato di esibire e ostentare il benessere raggiunto. E così, tra affreschi e mosaici è un trionfo di decorazioni - motivi lacustri, pesci e uccelli acquatici, un Nettuno che sorge dalle acque e poi sopra una Venere - e materiali diversi - marmo, tessere in pasta vitrea e conchiglie, tante conchiglie - la fontana nel piccolo giardino. Un gusto piuttosto diffuso nell’età neroniana, che oggi si direbbe kitsch.

La casa - spiega la D’Esposito - è nata dallo sforzo sinergico di diversi cantieri: la messa in sicurezza che rientrava nel Grande Progetto Pompei, il ripristino delle coperture e poi il recupero di affreschi e mosaici realizzati invece con i fondi ordinari della Sovrintendenza. Insieme alla Casa di Sirico sarà visibile secondo il nuovo calendario di visite estive che andrà in vigore dal 1 aprile, nella Regio VII pronta a riaprire. «Per rendere accessibile il vicolo del Lupanare - racconta Osanna - abbiamo smontato e rimontato pezzo per pezzo uno dei muri della casa di Cesio Blando che era stato realizzato da Maiuri. Poterlo percorrere ci permetterà di invertire il senso di marcia in una delle zone più affollate di Pompei: al Lupanare si accederà dal vicolo del Balcone Pensile, quello da cui fino ad oggi si usciva, e, una volta fuori, si potrà scegliere la via dell’Abbondanza e la domus di Sirico o quella dell’Orso Ferito sulla via degli Augustali. Eviteremo le file che creano quel disagevole effetto “tappo” e avremo fatto un altro importante passo in più verso il turismo sostenibile che serve a Pompei».
© RIPRODUZIONE RISERVATA