Claudio Marincola
ROMA. La Lega Nord alza un muro sull'immigrazione. «Siamo

Claudio MarincolaROMA. La Lega Nord alza un muro sull'immigrazione. «Siamo
Martedì 9 Giugno 2015, 03:13
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Claudio Marincola
ROMA. La Lega Nord alza un muro sull'immigrazione. «Siamo pronti a bloccare le prefetture», minaccia Matteo Salvini. E il premier Matteo Renzi invoca «serietà» a promette incentivi ai Comuni che accolgono i migranti. Se non è un braccio di ferro è qualcosa ci va molto vicino. Sono 3 i governatori pronti ad alzare le barricate: Zaia in Veneto, Maroni Lombardia, Toti il Liguria. Intanto, visita a Roma del commissario europeo Dimitris Avramopoulos, che ha incontrato il ministro dell'Interno Angelino Alfano e gli ha assicurato che «l'Italia non è sola».
E proseguono gli sbarchi - superata quota 55mila arrivi nel 2015 - ed anche le polemiche. «Come Lega - annuncia Salvini - siamo pronti a bloccare le prefetture e a presidiare tutte quelle strutture che a spese degli italiani qualcuno vuole mettere a disposizione di migliaia di immigrati clandestini». Non si fa attendere la replica di Renzi, dalla riunione del G7 in Germania. La questione immigrazione, ricorda, è rimasta «colpevolmente aperta per troppi anni. Ci vorranno settimane, è un lavoro di serietà. È facile dire “occupiamo le prefetture” si tratta di risolvere guai causati da chi oggi sta urlando».
Il premier risponde per le rime al governatore della Lombardia Roberto Maroni, che ha minacciato la riduzione dei trasferimenti regionali ai Comuni che accolgono migranti. «La decisione di dividere i migranti per le varie regioni - attacca il premier - è stata presa dal ministro Maroni: serve buonsenso». E ribalta la minaccia: «Dobbiamo dare incentivi, anche nel patto di stabilità, a quei Comuni che ci danno una mano». Tradotto vuol dire esclusione dal patto di stabilità. E sulla questione interviene anche il presidente della Camera, Laura Boldrini per sottolineare che «chi ha ruolo istituzionale deve agire sempre con senso di responsabilità».
I toni però non sempre restano istituzionali. Sergio Chiamparino, presidente della Conferenza delle Regioni, invita il governo ad «ignorare la posizione di Maroni e a dare disposizione ai prefetti perché tutte le Regioni diano accoglienza ai migranti». Ma Maroni non torna indietro: «Farò quello che devo, non rispondo nè agli insulti nè alle parolacce». Gli dà man forte il neo governatore della Liguria, Giovanni Toti: «Dovremo agire con politiche che siano incentivanti e disincentivanti. Sarà la prima cosa che faremo appena ci insedieremo». E il presidente del Veneto, Luca Zaia, ribadisce che nella sua regione «il fronte è compatto contro nuovi arrivi».
Il fronte del Nord trova un insperato punto d'appoggio nel Sud. (Sanfedismo allo stato puro?). A schierarsi accanto ai tre governatori del nord è il primo cittadino calabrese di Corigliano, Giuseppe Geraci. Già in passato Geraci, eletto con una lista civica di centrodestra, aveva minacciato di non garantire l'accoglienza dei migranti giunti con le navi militari nel porto di Corigliano. La protesta era rientrata ma con l'arrivo ieri di altri 475 migranti, il primo cittadino è sbottato: «Il nostro impegno non può durare all'infinito, noi non siamo razzisti ma ora la situazione è diventata insostenibile. Come Comune non riusciamo più a far fronte alle spese per garantire assistenza e accoglienza ai migranti».
Tantissime le reazioni del mondo civile e religioso. I leader del Movimento diritti civili, Franco Corbelli, ha preannunciato un esposto-denuncia contro Maroni chiedendo alla Procura di Milano di verificare eventuali ipotesi di reato nella presa di posizione del governatore. Dura la reazione dei vescovi al “no” di Lombardia, Veneto e Liguria. Per monsignor Guerino Di Tora e monsignor Gian Carlo Perego, presidente e direttore generale della Fondazione Migrantes della Cei il rifiuto «è un segnale non solo negativo di solidarietà» ma anche «una negativa indicazione di credibilità dell'Italia che si appresta, nei prossimi giorni, a convincere i Paesi europei ad un piano sull'immigrazione che prevederebbe il ricollocamento o l'insediamento di persone che sbarcano sul territorio italiano».
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