Naufragio del traghetto: 10 morti ma è giallo su trentotto dispersi

Naufragio del traghetto: 10 morti ma è giallo su trentotto dispersi
Martedì 30 Dicembre 2014, 03:27
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Tullio De Simone
Almeno dieci morti (tra i quali una donna e sei uomini), alcuni rimasti sino a ieri a bordo della nave, e numerosi superstiti feriti in maniera seria. Poi, il giallo dei dispersi, 30-40 passeggeri, forse anche più (sono 38 secondo la Grecia), tra questi vi sarebbe un italiano. E un mistero ancor più fitto: i clandestini presenti a bordo. Afghani, turchi, siriani, forse anche di altre nazionalità. Un capitolo tutto da esplorare quest'ultimo, e che fa ipotizzare una falsa lista d'imbarco dei passeggeri. Non si conoscono ancora bene le circostanze della loro presenza sul mercantile andato in fiamme, secondo quanto ha riferito il prefetto di Bari, Antonio Nunziante. In ogni caso, il bilancio del dramma nell'Adriatico, si aggrava. E con i sospetti sul numero reale dei viaggiatori sulla nave, al momento dell'incendio, potrebbe divenire molto più tragico. Intanto, i numeri, i freddi numeri attuali, restano «ballerini».
Come hanno precisato i ministri italiani dei Trasporti, Maurizio Lupi, e quello della Difesa, Roberta Pinotti, per i quali al momento esiste solo una certezza: sono state poste in salvo complessivamente 427 persone (su un totale di 478 passeggeri presenti a bordo durante il tragitto da Igoumenitsa ad Ancona, compresi due cani) e tra queste 56 membri dell'equipaggio (di cui 22 sono italiani).
Ieri mattina però, è emerso un altro mistero su un certo Michele, un naufrago campano di 32 anni, si tratterebbe di un napoletano. I suoi familiari (moglie, cognato, padre e sorella) si è poi appreso, sono partiti da Napoli per giungere a Bari ed avere notizie del loro caro. Non sanno nulla di Michele, hanno riferito, ma dopo tante ore trascorse negli uffici della Capitaneria, è stato loro detto che il parente non risulta tra i passeggeri soccorsi e sbarcati a Bari, ma non figurerebbe neppure in altre località pugliesi.
Ora si attende l'ufficialità della lista passeggeri (come detto, un altro aspetto inquietante di questa tragedia), compresi quelli trasbordati sulla nave San Giorgio della Marina militare, per conoscere anche la sorte di questo 32enne partenopeo. «Nell'intervento per salvare i passeggeri siamo rimasti in contatto con Grecia, Turchia e Albania, e anche l'Europa è stata direttamente coinvolta, con la Dg Move dell'Ue» hanno sottolineato i ministri Lupi e Pinotti. I naufraghi sono stati soccorsi e recuperati con gli elicotteri dell'Aeronautica militare italiana grazie all'incessante lavoro effettuato dai piloti in condizioni meteo molto critiche. Solo così è stata evitata quella che si sarebbe potuta tramutare in un'ecatombe. Le operazioni sono state coordinate dalla nave della marina militare italiana San Giorgio.
«Un lavoro e una dedizione strepitosi, a tutti i soccorritori va la mia gratitudine e quella di tutti gli italiani. Senza di loro, questa tragedia avrebbe avuto proporzioni ben diverse», si è affrettato a dichiarare con orgoglio il premier Matteo Renzi. «È stata un'impresa storica effettuare tutti questi salvataggi da una nave in fiamme e con venti che soffiavano anche a 40 nodi», ha detto compiaciuto l'ammiraglio Giuseppe De Giorgi, capo di Stato maggiore della Marina Militare. Il relitto della «Norman» intanto, posto sotto sequestro per rogatoria dalle autorità giudiziarie albanesi, e quasi del tutto annerito ormai, sta andando alla deriva.
L'armatore ha dichiarato l'intenzione di far rimorchiare il «Norman» nel porto albanese di Valona, la destinazione più vicina, mentre le autorità italiane hanno spinto per farlo trasferire invece, a Brindisi, per facilitare le verifiche e gli accertamenti necessari alle indagini. Occorre una scelta veloce, bisogna fare in fretta. Intanto, oltre all'incertezza che aleggia sul numero dei dispersi («sulla lista d'imbarco alcuni dei nomi delle persone salvate non figurano, dunque il porto d'imbarco dovrà ora verificare la corrispondenza delle liste», hanno aggiunto i ministri Lupi e Pinotti), un altro giallo è affiorato sulle generalità della prima vittima annunciata del disastro, il passeggero greco e residente in Svizzera, Georghios Doulis, che sarebbe morto nel disperato tentativo di salvarsi con la moglie, Teodora, 56 anni, rimasta invece ferita e ora ricoverata a Galatina. Il figlio non ha riconosciuto il genitore all'obitorio, quindi ufficialmente ora risulta tra i dispersi.
Il violento incendio scoppiato sulla nave all'alba di domenica scorsa nello specchio d'acqua tra le coste pugliesi e quelle albanesi, ha infiammato subito anche le polemiche e i dubbi. I sistemi di sicurezza e le porte tagliafuoco a bordo della «Norman Atlantic» nell'occhio del ciclone. Saranno le inchieste già aperte da tre procure pugliesi a fare chiarezza sull'accaduto e a individuare le responsabilità. La nave andata in fiamme batteva bandiera italiana e quindi è scattata la competenza territoriale, anche se il naufragio è avvenuto fuori delle acque territoriali.
Nella lista degli indagati al momento risultano il comandante Giacomazzi e l'armatore del mercantile, Carlo Visentini. A Bari, Brindisi e Lecce è stato aperto un fascicolo sulla vicenda con le prime configurazioni di reato: naufragio, lesioni e omicidio plurimo colposi. Sono stati ascoltati una quarantina di persone, tra testimoni del naufragio, passeggeri, membri dell'equipaggio e soccorritori.
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