Un gatto nero. Uno dei tanti randagi disperati che di notte cercano di racimolare qualche avanzo lasciato tra i rifiuti. E' stato il primo a essere ucciso. Dopo poco è toccato a un cane. Un volpinetto biondo che girava nella zona. Ammazzato senza pietà. Il piccolo ha tentato di sfuggire alla furia del suo assassino cercando riparo sotto una vettura in sosta. Ma è morto tra atroci sofferenze trascinandosi sull'asfalto.
E' accaduto in via Concordia a Napoli ai quartieri spagnoli.
Sul posto sono arrivati Carabinieri, guardie zoofile dell'Enpa e i volontari della onlus "Le amiche di Lù".
Stella Cervasio, garante per i diritti degli animali del Comune di Napoli, ha sporto denuncia alle forze dell'ordine. «Di solito - commenta - queste cose avvengono in Paesi meno evoluti del nostro. Il tirassegno sugli animali è indice di profondo sottosviluppo e grande vigliaccheria. Il cane era padronale, aveva il chip. E quel che è più grave è che il proprietario non ha potuto nemmeno piangerlo. Perché? Per paura. Di quelli che credono di essere i ras dei quartieri spagnoli...».
Ma come da copione nessuno ha visto. Nessuno sa. Tanto erano solo due animali.
Follia, spietato passatempo modello Gomorra o che altro ancora. Gli squadroni della morte - esseri cosiddetti umani che torturano e uccidono cuccioli indifesi di cani e gatti che si avvicinano loro in cerca di una carezza - non sono mica fantascienza. Dalla Russia alla Romania arrivano racconti e immagini atroci. Stavolta non serve neppure cercare su Internet. Ecco l'orrore fatto di sadismo e impunità rigorosamente made in Naples.