Creato il primo ibrido uomo-maiale
Obiettivo: avere organi trapiantabili

Creato il primo ibrido uomo-maiale Obiettivo: avere organi trapiantabili
Domenica 29 Gennaio 2017, 12:58 - Ultimo agg. 15:42
2 Minuti di Lettura
Non si era mai visto fare prima d'ora. Ottenere embrioni costituiti dalle cellule di due grandi specie di mammiferi, molto diverse tra loro. Un gruppo di scienziati californiani ha creato embrioni di maiale contenenti staminali umane: gli ibridi - o chimere (riprendendo una suggestione mitologica) - sono stati distrutti in fase precoce, ma sono serviti a capire come i due tipi di cellule interagissero.
L'obiettivo a lungo termine è usare il corpo animale come incubatrice per coltivare organi funzionali costituiti di cellule umane, da poter utilizzare nei trapianti. Lo studio del Salk Institute for Biological Studies (La Jolla, California) ha sollevato preoccupazioni etiche legate alla possibile perdita di controllo sugli esperimenti, al rilascio di animali ibridi in libertà, e alla creazione di esemplari "intelligenti", con cellule umane nei loro cervelli.
Cellule staminali umane sono state iniettate in embrioni di maiale ancora ai primi stadi: sono così stati ottenuti 2.000 ibridi che sono stati trasferiti in scrofe e fatti crescere per 28 giorni (il corrispettivo del primo trimestre, per una gestazione suina) prima di essere rimossi. Il risultato sono stati oltre 150 embrioni prevalentemente suini, con un piccolo contributo di staminali umane (una cellula ogni 10.000).
L'interruzione delle gravidanze è stato programmato in uno stadio tale da non suscitare preoccupazioni sulla creazione di chimere mature.
Una delle principali difficoltà è stata adattare i tempi di sviluppo delle cellule umane a quelli più rapidi della gestazione suina. Quest'ultima dura appena 112 giorni: le cellule di maiale si sviluppano a una velocità circa 3 volte superiore a quella umana. Nessuna cellula umana è stata trovata nei cervelli degli ibridi, anche se la possibilità che siano sfuggite all'analisi non può essere del tutto esclusa. Se questa dovesse essere una strada percorribile (e, al di là dei risultati scientifici, sarà una Legge a consentirlo, definendo i limiti), in futuro le cellule umane innestate potrebbero essere ingegnerizzate per impedire loro di contribuire allo sviluppo del cervello delle chimere.


 
© RIPRODUZIONE RISERVATA