Mimmo Beneventano, martire di camorra da non dimenticare

Sabato 21 Novembre 2015, 13:59 - Ultimo agg. 17 Novembre, 12:06
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Il 7 Novembre 1980 Mimmo Beneventano, medico e consigliere comunale, viene ucciso a 32 anni ad Ottaviano dalla camorra cutoliana. Quando muore un familiare o una persona cara, la sofferenza è profonda, ma quando la si perde in modo così violento e crudele, la sofferenza si ingigantisce intrecciandosi alla ricerca della verità e giustizia.



Chi era Mimmo e cosa aveva fatto da meritarsi una simile condanna a morte? Mimmo non era un imprenditore con interessi e ricchezze da difendere, non era un rappresentante delle Forze dell’Ordine o della Magistratura che stava sgretolando il potere mafioso con le sue indagini. Mimmo semplicemente credeva in un mondo più giusto e democratico.



Sul finire degli anni ottanta, il territorio vesuviano già violentato dalla presenza di grandi discariche e cave, diviene oggetto di spartizione speculativa ed illecita tra i politici e mafiosi che iniziano a stringere patti malavitosi. In questa cornice si svolge la sua attività di consigliere comunale, dall'indubbio intuito politico, sempre fortemente critico, attento ed accanito, Mimmo sfida l'arroganza della camorra e l'acquiescenza della politica, denunciando il clima di intimidazioni e le commistioni tra politica e camorra ed ostacolando le loro attività abusive alle falde del Vesuvio.



Non potendo comprare il suo silenzio, il suo tradire se stesso, 7 proiettili posero fine alla sua giovane vita.



Nella sentenza del processo d'Appello dell'87 vengono annullati i sette ergastoli a Cutolo ed a altri sei imputati con formula dubitativa.



Nel 2012 il Ministero dell'Interno riconosce Mimmo vittima della criminalità mafiosa sulla base della sentenza dell'87 che lo definiva "... persona impegnata... imbattibile contro la violenza camorristica".



Siamo arrivati al 2015, a 35 anni dalla sua efferata uccisione, il dolore rimane identico ed intatto, non più vissuto in silenzio e solitudine, ma ha subito una grande e vigorosa metamorfosi, trovando un forte sostegno nel Coordinamento Campano dei familiari di vittime innocenti della criminalità, nella Fondazione Pol.i.s., nell'associazione Libera, che prendendomi per mano mi hanno trasmesso forza ed energia nel dare una dimensione collettiva alla memoria di Mimmo e nel diffondere i suoi valori di legalità.



Il ricordo è diventato memoria, la memoria obbligo morale e strumento concreto di impegno affinché la sua tragica storia non cada nel silenzio e nell'oblio.



Questo obbligo, insieme all'intento di riempire il vuoto che Mimmo ha lasciato, ha portato all'istituzione della Fondazione Mimmo Beneventano, che ha come obiettivo prioritario tener vivi e diffondere i principi per cui Mimmo lottava. Ecco perché ogni anno, in collaborazione con Libera Basilicata e l’amministrazione di Sasso di Castalda, la Fondazione attribuisce riconoscimenti a persone che si sono impegnate e distinte sui temi della legalità, del disagio sociale e della tutela ambientale. Quest’anno i riconoscimenti sono stati attribuiti al Sindaco di Casal di Principe Renato Natale e all’ambientalista Enrico Fontana. Inoltre, la Fondazione svolge attività di informazione e sensibilizzazione nelle scuole, alcune delle quali sono soci aderenti. E in memoria di Mimmo poeta, ogni anno viene istituito un concorso di poesie, elargendo borse di studio ad alunni delle scuole primarie e secondarie di I grado, ubicate nei comuni di Petina (SA), Ottaviano e Sasso di Castalda (PZ).



Coinvolgere le nuove generazioni nel percorso della memoria è la base indispensabile per costruire una società diversa, più responsabile e consapevole.



Questi ragazzini, di età dai 10 ai 13 anni, hanno conosciuto Mimmo e alla violenza e alla bruttezza della camorra hanno risposto con la bellezza dei loro versi come quelli di Giuseppe, 10 anni: "La camorra sarà vinta da un esercito di bambini, non con pistole o coltelli, ma con penne, pennarelli e pastelli..." e Francesca, 13 anni "... Ci sei stato tu a seminare germogli di legalità, ci sarò io a coltivare l'orto della libertà...". E non sarà sola.







Rosalba Beneventano



Sorella di Mimmo Beneventano, vittima innocente di camorra