M5S, allarme sondaggi: Di Maio corre da Casaleggio

M5S, allarme sondaggi: Di Maio corre da Casaleggio
Sabato 17 Novembre 2018, 08:42 - Ultimo agg. 20:31
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ROMA La prima risposta sarà fisica, da parte di Luigi Di Maio. Oggi il vicepremier è atteso prima a Milano, al Museo della Scienza e Tecnologia, poi nel pomeriggio visiterà gli stabilimenti Leonardo Divisione Elicotteri, nel Varesotto. Benvenuto al Nord, appunto. Una delle tante preoccupazioni di queste ore. Un sondaggio Swg per macro-aree dà per la prima volta il M5S sotto il 20% nel Settentrione: 19, 3%, una picchiata di 7,1 punti rispetto allo scorso marzo. Un allarme non marginale, che preoccupa da tempo Stefano Buffagni, sottosegretario pentastellato che va ripetendo: ragazzi, le imprese, dobbiamo dare risposte alle imprese. Anche di questo ha parlato Luigi Di Maio durante un vertice ristretto con i suoi fedelissimi ieri prima di partire per Milano dove non è affatto escluso «un punto» con Davide Casaleggio, che proprio in questo week-end lancia alberi per il futuro.

I FRONTI
Il problema è proprio questo: mentre i grillini perdono quota al Nord, la Lega, nonostante tutto, sembra macinare consensi. L'ultimo sondaggio Swg proietta, forse in maniera un po' generosa, il Carroccio dal 27% dello scorso marzo al 40. In questa morsa c'è il nuovo fronte del Sud a fare da contraltare. L'affondo sui termovalorizzatori da parte di Matteo Salvini è stato visto da Di Maio - al di là della dialettica accesa a suon di «ceppe» - come un'invasione di campo. «Un dito in un occhio». Non a caso ieri i pentastellati hanno fatto girare nei loro circuiti social i cartelloni Diciamogli no contro gli inceneritori che la Lega fece affiggere nel novembre 2016.

Dunque la questione meridionale c'è nella maggioranza, eccome. Anche qui le rivelazioni che girano a Palazzo Chigi fanno molto pensare: dopo il plebiscito delle ultime elezioni (47,2%) il gradimento rimane altissimo (40), ma la Lega arriva, sempre per la prima volta, al 20% (partiva dall'8%). Al Sud c'è la speranza del reddito di cittadinanza, come fattore di ulteriore choc, ma prima l'Ilva poi la Tap hanno eroso consensi e creato tensioni interne. Con una reazione, opposta e contraria sempre di Salvini, che continua a surfare nelle difficoltà dei «contraenti» del patto di governo. E anche per questo fronte è pronta un'altra reazione fisica: «Lunedì sarò a Caivano - ha annunciato il vicepremier e capo politico del Movimento - insieme ai ministri Sergio Costa, Alfonso Bonafede, Barbara Lezzi e Elisabetta Trenta. Torno nella mia terra insieme a gran parte del governo con un unico obiettivo: far sapere al mondo che la Terra dei fuochi presto smetterà di essere chiamata così». Sempre per questo giorno è previsto un consiglio dei ministri straordinario a Caserta.

IL RIMPASTO
La riunione di ieri ha passato poi in rassegna il Centro: il M5S perde 7 punti (dal 36,7% al 29,1) e la Lega tocca quota 29,3% dal 18,6 iniziale. «Serve una scossa», è il ragionamento condiviso. E le opzioni sotto tutte sul tavolo. Di Maio non sarebbe soddisfatto di tre ministri in particolare: Danilo Toninelli, Giulia Grillo (per il quale ci sarebbe già il sostituto: Pier Paolo Sileri, presidente della commissione Salute del Senato) e Alberto Bonisoli. «Ma un rimpasto adesso sarebbe un ulteriore ammissione di debolezza», ragionano sempre nelle alte sfere del M5S. Ecco perché ieri Di Maio ha anche difeso pubblicamente Toninelli, dopo le polemiche sul pugno chiuso per festeggiare il sì al dl-Genova. Spiegava ieri sera un viceministro del M5S: «La verità è che non siamo lupi di Wall Street e abbiamo tutti ministeri dall'impatto nel lungo medio termine, non fermiamo un barcone e lo sa subito tutta Italia. Se duriamo, riusciremo a raccogliere i frutti del nostro lavoro». Se duriamo. Un frase sempre più ricorrente.
Simone Canettieri
 

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