Pompei, negli Scavi sei nuovi restauri. Arriva Renzi: l’Italia riparte | Diretta streaming dalle 11

Pompei, negli Scavi sei nuovi restauri. Arriva Renzi: l’Italia riparte | Diretta streaming dalle 11
di Francesco Lo Dico
Giovedì 24 Dicembre 2015, 09:44 - Ultimo agg. 11:39
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Sotto l'albero c’è quest'anno un dono prezioso: chiusi i lavori di restauro, sei domus di Pompei tornano a splendere questa mattina per campani, turisti e visitatori. A tenere a battesimo la nuova vita della Fullonica di Stephanus, e delle case del Criptoportico, di Paquio Proculo, del Sacerdos Amandus, di Fabius Amandius, e della casa dell’Efebo saranno il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, il soprintendente di Pompei Massimo Osanna e il direttore del Grande Progetto Pompei, Giovanni Nistri. 


Ma sull'appuntamento delle dodici alla Basilica degli Scavi, a dispetto della temperie natalizia, spira già vento di polemica. A meno di ripensamenti in zona Cesarini, non ci sarà Luigi De Magistris, che ieri ha affidato a una rovente replica tutta la sua irritazione. «Non ho avuto alcuna comunicazione ufficiale istituzionale, come prevede il protocollo, della presenza del premier – si è piccato il sindaco di Napoli a margine dello scambio di auguri con la stampa cittadina. «Per ora - ha aggiunto - non sono stato invitato». Ma sul presunto sgarbo istituzionale subito, è rapidamente arrivata la smentita del Mibac. Il portavoce del ministero dei Beni culturali ha infatti precisato che oltre al premier e al ministro Franceschini l’invito a partecipare all’inaugurazione delle domus è stato recapitato anche al governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che oggi sarà difatti presente alla Basilica degli Scavi, e al sindaco di Napoli. Circostanza che viene confermata dal soprintendente archeologico di Pompei, Massimo Osanna (intervista nella pagina a fianco). In attesa dello scioglimento del giallo, c’è chi, come Antonio Bassolino, indica una sorte di lodo Marino per rompere l’empasse. «De Magistris dice che non va a Pompei perché non invitato da Renzi», ragiona l’ex sindaco su Facebook. Ed ecco il consiglio: «Io ci andrei lo stesso». Ma l’ex governatore va oltre e attacca De Magistris perché «non va neppure alla cabina di regia su Bagnoli dove è suo dovere partecipare». Poi l’affondo finale: «Dal prossimo giugno il nuovo sindaco sarà presente ovunque sia utile per Napoli». 

La centralità che assume l'evento all'interno del roadshow renziano, che ieri ha fatto tappa anche a Bologna per l'inaugurazione della variante di Valico, è testimoniata dal messaggio che il premier ha affidato ai social. «Questo 2015 – ha scritto su Facebook - si chiude con risultati e fatti concreti. L'Italia è forte. E domani (oggi per chi legge, ndr) – andiamo a inaugurare sei restauri a Pompei». Tempistica e parterre non assecondano alcuna esitazione: restituire alla collettività un altro importante pezzo di un patrimonio mondiale come Pompei, vuol dire annunciare coram populo una rinascita, proprio nello stesso luogo dove in passato si sono rese pubbliche esequie al patrimonio archeologico italiano, vilipeso da crolli e cattiva gestione. «Giovedì 24 inauguriamo la riapertura di sei domus a Pompei che finalmente fa notizia per i restauri e non più per i crolli», aveva gongolato pochi giorni fa Matteo Renzi. Che pur di essere a Pompei per tagliare il nastro rosso, si è sottoposto ieri a un autentico tour de force, che lo ha portato prima a Castiglione dei Pepoli, in provincia di Bologna, per l'inaugurazione della variante di valico sulla A/1, alle 11.30 e poi in Consiglio dei ministri nel pomeriggio, nonostante il rallentamento dei lavori d'aula che vedranno tornare i parlamentari sui loro scranni a feste concluse. «Al lavoro nei giorni prenatalizi – ha chiosato il premier sui social. Che oltre a ricordare la chiusura della manovra, che «le tasse vanno giù e i soldi per scuola cultura e sociale vanno su» ricordava ai lettori l'apertura della variante di valico tra Firenze e Bologna («non ci posso credere, esiste davvero!»).

All’inaugurazione della Variante, Renzi ha detto che «è il modo migliore per chiudere il 2015, stiamo veramente dando un segnale di ripartenza».

A fianco dei vertici di Autostrade, è spettato proprio a lui pigiare sul bottone rosso che dopo undici anni di lavori, ripristina i circa sessanta chilometri di nuova autostrada che uniscono il sud e il nord facendosi largo nell'Appennino. «Un anno fa - ha raccontato Renzi su Facebook - ho scommesso con l'ad di Autostrade Castellucci, che saremmo riusciti ad aprire la variante di valico prima di Natale 2015». Un ultimo scorcio dell'anno che nelle intenzioni del premier deve coniugare l'ansia trepidante dell'annuncio al sollievo inequivoco dei fatti. «L'Italia è forte», conclude il presidente del Consiglio. Un concetto che oggi non mancherà di risuonare nell’aria festosa delle domus rimesse a lucido.

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