A quattr'occhi alla Casa Bianca e Barack accennò alla tragedia

A quattr'occhi alla Casa Bianca e Barack accennò alla tragedia
di Alberto Gentili
Sabato 25 Aprile 2015, 06:16 - Ultimo agg. 11:19
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ROMA - Comincia a farsi imbarazzante il timing della comunicazione sulla morte di Giovanni Lo Porto. Nel mirino è finito Barack Obama che, secondo il New York Times, venerdì 17 aprile alla Casa Bianca sapeva del «tragico errore», ma tacque con Matteo Renzi sulla morte del cooperante italiano. Una notizia che dovrebbe far scattare l'indispettita reazione del nostro governo. Invece, in base a ciò che filtra da palazzo Chigi, la versione del New York Time sarebbe una bufala. «Scrivano ciò che vogliono, il New York Times non è certamente il Vangelo. Le cose non sono andate così», dice una fonte accreditata.





Secondo ciò che trapela dalle stanze del governo, le cose sarebbero andate «molto diversamente». Quel venerdì a Washington, durante il colloquio a quattr'occhi nello Studio Ovale, Obama e Renzi parlarono del triste destino di Lo Porto e «dell'eventualità di un terribile errore» compiuto dal drone della Cia, che in gennaio bombardò il compound dove erano tenuti prigionieri da Al Qaeda il cooperante italiano e l'americano Warren Weinstein. «Però il presidente americano disse a Renzi che si trattava solo di un'ipotesi altamente probabile, ma che ancora era in attesa di prove inconfutabili. E garantì che appena avesse avuto “evidenze certe” avrebbe avvertito Renzi». Cosa che è avvenuta, come ha rivelato il premier giovedì a Bruxelles e il ministro Paolo Gentiloni ieri alla Camera «nella tarda serata di mercoledì». Poche ore prima che Obama annunciasse urbi et orbi il «tragico errore» assumendosene la piena responsabilità.

Finito già giovedì nel mirino delle opposizioni per non avere dato immediatamente e personalmente l'annuncio, lasciando che fosse Obama a farlo, Renzi rischia adesso di essere colpito da un'altra ondata di polemiche. Ma a palazzo Chigi fanno appello al «buonsenso»: «Come avrebbe potuto il premier», domanda uno dei suoi più stretti collaboratori, «annunciare la morte di Lo Porto senza avere certezze? Non poteva certo dire, al rientro dagli Stati Uniti: “Obama mi ha detto che forse Lo Porto è stato ucciso”. Certe notizie, visto che coinvolgono anche i familiari delle vittime, si danno soltanto ed esclusivamente quando si hanno evidenze inconfutabili».



Renzi, ieri sera in tv (a Otto 1/2), ha smentito anche lui il New York Times: «Gli americani sono responsabili di quello che è accaduto. Non c'è stato un blitz ma un drone, non era un blitz di cui gli Usa ci dovevano informare ma un tragico e drammatico errore. E gli americani ce l'hanno detto quando c'era la certezza di quanto accaduto, sono stati corretti». Ancora, facendo capire di non essersi limitato ad abbeverarsi alla fonte di Washington: «La certezza che i due corpi fossero dei due cooperanti noi l'abbiamo avuta mercoledì e credo anche gli americani».



IL RUOLO DEI NOSTRI SERVIZI

Una frase, quest'ultima, che introduce un altro capitolo finora inesplorato: la partecipazione alle indagini della nostra intelligence. Effettivamente, in base a ciò che soltanto adesso trapela, i nostri 007 hanno «attivamente collaborato» con la Cia. Ma come l'intelligence americana, anche la nostra avrebbe avuto la certezza della morte di Lo Porto e di Weinstein soltanto mercoledì. E Renzi conferma: «Da settimane i nostri Servizi e quelli americani sapevano dell'esistenza di questa terribile ipotesi, visto che le intelligence si parlano. Siamo stati su un otto volante di sorprese positive e negative. Poi, purtroppo...».

Renzi a “Otto 1/2” ha fatto una promessa alla famiglia di Lo Porto e risposto alle critiche di Sel, Cinquestelle, Lega e Forza Italia: «Faremo di tutto per recuperare quel corpo anche se è molto difficile. Ma mi chiedo come si faccia a definirlo, come ha fatto qualcuno, un ostaggio di serie B? La Farnesina ha fatto di tutto in questi anni, alla famiglia abbiamo portato prove che era in vita. Io capisco il dolore della famiglia, non capisco la polemica e le strumentalizzazioni politiche». Infine, sull'uso dei droni: «E' naturale che si debba fare chiarezza».