La mattanza del clan nel Gargano: quattro uomini uccisi da un commando sulla strada provinciale 272, due sono testimoni innocenti

La mattanza del clan nel Gargano: quattro uomini uccisi da un commando sulla strada provinciale 272, due sono testimoni innocenti
Mercoledì 9 Agosto 2017, 11:19 - Ultimo agg. 10 Agosto, 08:54
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Quattro persone sono state uccise da colpi di arma da fuoco in un agguato compiuto da persone non ancora identificate, avvenuto poco fa sulla SP 272 nei pressi della stazione ferroviaria di San Marco in Lamis. Tre sono morti sul colpo, il quarto è deceduto dopo essere stato ricoverato nell'ospedale di San Severo. 

Tra le quattro vittime c'è il presunto boss Mario Luciano Romito, di 50 anni, di Manfredonia, ritenuto dagli investigatori uno degli esponenti di spicco dell'omonimo clan che negli ultimi anni si è contrapposto al clan dei Libergolis nella cosiddetta faida del Gargano. Obiettivo del commando - secondo gli investigatori - era Romito: sfuggito ad altri agguati.

Tra gli episodi più eclatanti, quello avvenuto il 18 settembre del 2009: Mario Luciano Romito - obiettivo dei killer che hanno agito oggi - uscì illeso da un attentato dinamitardo mentre si stava recando, in compagnia del fratello Ivan, alla caserma dei carabinieri dove aveva l'obbligo di firma. Il cofano dell'Audi A4 Station Wagon sulla quale viaggiavano lui e il fratello - anche lui non ebbe ferite - saltò in aria a causa di una bomba. È stato, inoltre, coinvolto nel blitz contro la faida del Gargano portato a termine dagli uomini dell'Arma il 23 giugno del 2004, ma due anni più tardi, venne assolto da tutte le accuse. Mario Luciano è fratello di Franco Romito, anche lui considerato dagli inquirenti uno dei presunti boss delle famiglie coinvolte nella faida.
 


Con lui, a bordo della vettura, c'era il cognato, Matteo De Palma, che gli faceva da autista, anche lui morto all'istante. Le quattro vittime dell'agguato erano a bordo di due mezzi, un Fiorino e una vettura Wolkswagen. Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri del comando provinciale di Foggia che indagano sull'episodio, un'auto con i sicari a bordo avrebbe affiancato il maggiolone a bordo del quale si trovavano Romito e De Palma, aprendo il fuoco con un fucile d'assalto Kalashnikov AK-47 e un fucile da caccia calibro 12, uccidendo entrambi sul colpo, con una sventagliata di proiettili, per poi inseguire e uccidere le due persone a bordo del Fiorino, due contadini del luogo che nulla avrebbero a che fare con il boss e il cognato. Nel Fiorino sono stati trovati attrezzi utilizzati per coltivare la terra. Uno dei due corpi è stato trovato nei pressi dei binari ferroviari: probabilmente ha cercato scampo alla raffica di colpi d'arma da fuoco ma non ce l'ha fatta.

L'agguato è avvenuto in un tratto di strada della provinciale 272 che si trova a pochissimi chilometri da San Severo e Apricena, altri due Comuni dove recentemente sono avvenuti omicidi a causa della lotta tra clan per la spartizione degli affari illeciti sul territorio. Sul posto sono intervenuti i carabinieri del comando provinciale di Foggia. 
 
 


Con le quattro vittime di oggi salgono a otto i morti di criminalità nel Foggiano da giugno. La strage avvenuta questa mattina nelle campagne di San Marco in Lamis, infatti, è l'ennesimo agguato avvenuto nelle scorse settimane in provincia di Foggia. L'ultimo il 26 luglio a Vieste, quando un 31enne con precedenti penali è stato ucciso da due killer all'interno del suo ristorante, davanti alla moglie e alla figlioletta di 7 mesi. Un mese prima, il 20 giugno, due pregiudicati di 43 e 54 anni, erano stati uccisi a colpi di kalashnikov nella zona industriale di Apricena, mentre si trovavano a bordo di un furgone. Il 15 luglio sicari hanno ucciso a colpi di fucile un 50 enne di San Severo, mentre era alla guida del suo Fiat Fiorino, sulla statale 16. Solo due giorni prima, il 13 giugno, un 25enne con precedenti venne ferito a colpi di pistola a San Severo.

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