Aereo Alitalia fuori pista a Fiumicino, Colaninno e altri 6 a processo: «Nascosero che il volo era Carpatair»

Aereo Alitalia fuori pista a Fiumicino, Colaninno e altri 6 a processo: «Nascosero che il volo era Carpatair»
Giovedì 23 Ottobre 2014, 20:11 - Ultimo agg. 24 Ottobre, 22:07
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Hanno venduto biglietti apparentemente forniti da Alitalia per un volo, quello che partì da Pisa il 2 febbraio del 2013 e finito fuori pista a Fiumicino, che era effettuato da un vettore di una compagnia romena, la Carpatair. Per i magistrati della procura di Civitavecchia questa condotta prefigura il reato di truffa e per questo hanno citato a giudizio il presidente di Alitalia, Roberto Colaninno e altre sei persone.

L'inchiesta Si tratta di uno sviluppo dell'indagine avviata dal procuratore Gianfraco Amendola e dal sostituto Lorenzo Del Giudice e che vede al momento indagati per disastro e lesioni colpose pilota e copilota, entrambi di nazionalità romena.

Gli inquirenti hanno scoperto che l'aereo apparteneva alla compagnia romena Carpatair mentre i passeggeri erano convinti di trovarsi su un volo dell'Alitalia.

Le polemiche dopo l'incidente Dopo l'incidente furono sollevate polemiche dopo alcuni scatti che ritraevano la fusoliera del velivolo la sera stessa dell'incidente e la mattina dopo: scomparsa la livrea tricolore comparve la bandiera romena. «una prassi che si usa in questi casi per motivo di decoro aziendale», spiegò Alitalia.

Gli imputati Oltre a Colaninno citati a giudizio anche altri soggetti che al 3 febbraio dell'anno scorso ricoprivano ruoli nella compagnia di bandiera tra cui anche l'allora amministratore delegato, Andrea Ragnetti. Dovranno affrontare il processo, la cui data dovrà essere ora decisa dal presidente del tribunale, anche il direttore legale e societario, Rita Ciccone, il responsabile contratti nell'abito della direzione generale, Sergio Papagni, il vicepresidente esecutivo, Francesco Festa, il responsabile vendite online, Nicola Arnese e Aureliano Cicala, responsabile del 'customer care'. Secondo la Procura di Civitavecchia gli imputati «con artifici e raggiri, offrivano in vendita al pubblico - è detto nel capo di imputazione - (mediante canali di vendita telefonica, informatica, mediante intermediari o direttamente ai banchi di accettazione e alle biglietterie aeroportuali riferibili esclusivamente ad Alitalia) servizi di trasporto aereo di persone apparentemente forniti da Alitalia, omettendo qualsiasi indicazione sull'effettiva proprietà del vettore (la Carpatair Sa)».

Le accuse Nel capo di imputazione viene spiegato che i sette sono accusati di aver riportato sui titolo di viaggio e «sull'allegata documentazione solo la denominazione Alitalia, facendo applicare al mezzo le insegne Alitalia e l'arredamento riportante il logo Alitalia nonché al personale di bordo le divise con il segno distintivo medesimo». In questo modo, secondo l'accusa, hanno indotto in errore «tutti i fruitori del servizio relativo al volo, in primis i consumatori» che se «correttamente informati, non avrebbero provveduto all'acquisto dei biglietti». Tutto ciò ha prodotto per Alitalia «un ingiusto profitto derivante dalla stipulazione di contratti di trasporto aereo».

La replica di Alitalia «Alitalia ha appreso dalla stampa che la Procura della Repubblica di Civitavecchia avrebbe citato a giudizio per concorso in truffa l'ex Amministratore Delegato della Compagnia (Andrea Ragnetti, ndr) insieme ad altri manager dell'epoca dei fatti, nonché il Presidente (Roberto Colaninno, ndr), in relazione alla vendita al pubblico di servizi di trasporto aereo operati dalla compagnia rumena Carpatair nel 2013. Al riguardo, la Compagnia dichiara di avere operato correttamente, nel totale rispetto della normativa nazionale e internazionale che disciplina la vendita di biglietti per voli operati da altri vettori aerei in regime di noleggio (wet lease) o di codeshare. Alitalia esprime dunque massima fiducia nella Magistratura, nella piena convinzione che la correttezza del proprio operato verrà accertata all'esito del giudizio».

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