Alessandria, suicida in carcere allenatore
accusato di pedofilia e violenza sui minori

Alessandria, suicida in carcere allenatore accusato di pedofilia e violenza sui minori
Sabato 14 Gennaio 2017, 08:43 - Ultimo agg. 17:17
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ALESSANDRIA - Si è tolto la vita in carcere Antonio Marci, 63 anni, l'allenatore di squadre giovanili di calcio arrestato nei giorni scorsi ad Alessandria per pedo-pornografia e atti sessuali su minori. Lo scrive la Stampa, secondo cui si sarebbe ucciso con una busta in testa. «Avevo chiesto i domiciliari perché ritenevo il carcere non adeguato a tutelare la sua incolumità - conferma all'ANSA l'avvocato Massimo Taggiasco, che lo difendeva - mai però mi sarei aspettato una cosa del genere».

L'indagine che aveva portato all'arresto era partita dalla testimonianza di una vittima che aveva riconosciuto l'uomo in un bar, per caso, a 29 anni di distanza dagli abusi. I carabinieri lo avevano sorpreso nella sua abitazione, in compagnia di un quattordicenne. Nell'appartamento avevano sequestrato centinaia di videocassette
 con i filmati dei suoi incontri con i giovanissimi calciatori. "L'altro giorno, al termine dell'interrogatorio di garanzia, mi aveva promesso che quando ci saremmo rivisti mi avrebbe spiegato", aggiunge l'avvocato Taggiasco, riferendo di un passato problematico, nel quale l'uomo sarebbe stato a sua volta vittima di violenza. "Un episodio che evidentemente gli ha segnato la vita - sottolinea il legale -, che non giustifica quello che ha fatto ma lo spiega".

LE SORELLE, "VOGLIAMO CHIAREZZA" «Vogliamo sia fatta chiarezza sulla morte di nostro fratello, le circostanze sono quanto meno sospette...».
Lo dicono Isidora e Valeria, le due sorelle di Antonio Marci, l'allenatore di squadre giovanili di calcio accusato di pedo-pornografia e atti sessuali su minori morto nelle scorse ore in carcere. La famiglia, assistita dall'avvocato Massimo Taggiasco, potrebbe nominare un perito di parte per seguire l'autopsia. «Perché una persona imputata di reati che possono mettere in pericolo l'incolumità di chi li ha commessi - si chiede il legale - non è stato sottoposto ad adeguata sorveglianza? A maggior ragione se quanto accaduto è avvenuto tra le 20 e le 21 di ieri sera, e non nel cuore della notte...».
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