Ma si tratta di una rivoluzione che la ministra avrebbe preferito affidare al Parlamento tra due mesi, per studiare meglio la materia, ma le deleghe stavano per scadere ed era impossibile aspettare. Dunque un punto di partenza, aver dato il primo via libera in consiglio dei ministri non significa pensare che i testi siano chiusi.
Fin da subito dunque sarà ridisegnata la scuola dell’infanzia da zero a sei anni, ponendo fine alla divisione tra nidi e materne e creando per la prima volta un sistema unico come avviene nel resto dell’Ue.
Finisce così l’era dei nidi che somigliavano spesso a parcheggi per bambini: si andrà a scuola iniziando fin da subito a imparare. Fino a 6 anni È quello che viene definito un «sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a 6 anni». L’obiettivo, insomma, è «garantire ai bambini e alle bambine pari opportunità di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco, superando disuguaglianze e barriere territoriali, economiche, etniche e culturali», come è scritto nel testo della delega. Per la sua diffusione su tutto il territorio nazionale sarà creato un fondo di 229 milioni all’anno per l’attribuzione di risorse agli enti locali.