Brindisi, cade dall'albero e muore
A 70 anni prelevati i suoi organi

Brindisi, cade dall'albero e muore A 70 anni prelevati i suoi organi
di di Maurizio Distante
Mercoledì 10 Febbraio 2016, 15:55
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BRINDISI - Una vita che si spegne è sempre una tragedia ma può rappresentare, in alcuni casi, una seconda occasione per tanti altri che sono in bilico, in attesa di una telefonata che possa cambiare il corso degli eventi, altrimenti inevitabilmente indirizzato verso morte certa. È questa la paradossale e al tempo stesso meravigliosa parabola della donazione degli organi: per un essere umano che muore, altri possono ricominciare a vivere. L'ospedale Perrino di Brindisi , tra le sue eccellenze, può vantare una preparatissima equipe di medici, infermieri, Oss e tecnici in grado di effettuare gli espianti degli organi destinati ai trapianti dai pazienti in morte encefalica.

L'ultimo caso è avvenuto domenica: un uomo di Francavilla, di 70 anni, è deceduto in ospedale a causa delle ferite riportate dopo una caduta da un albero e, dopo tutti gli step necessari, il suo fegato, i suoi reni e una delle sue cornee sono stati espiantati per essere donati ai pazienti compatibili in lista d'attesa. Il coordinatore dell'equipe dedicata a questa funzione, il direttore dell'Uoc di Anestesia e Rianimazione, Franco Caputo, sa quanto delicato sia, da un punto di vista clinico e umano, il lungo processo che porta all'espianto e alla donazione e sa che senza la dovuta preparazione di un'equipe affiatata e soprattutto motivata, tutto diventa più difficile.

La squadra è composta, oltre che da Caputo, da Paolo Giannuzzi, l'esperto della direzione sanitaria, da Augusto Rini, neurologo, da Ondina Lo Greco, anestesista rianimatore, da Mario Crisumma, anestesista rianimatore, e da Massimo Calò, anestesista rianimatore e coordinatore dell'Unità accertamento morte encefalica e donazione organi. «Tutto parte - spiega Caputo - dalla condizione di “cuore battente”: in Italia la legislazione prevede che l'espianto possa avvenire in una situazione detta di morte encefalica in cui gli organi siano ancora funzionanti. Per determinare questa condizione c'è un'equipe dedicata che, grazie a una serie di analisi, quali l'elettroencefalogramma, l'angiotac celebrale o l'angiografia celebrale, determina la presenza di questa condizione. Dopodiché devono passare 6 ore durante le quali l'equipe certifica lo stato: quando si ha la certezza delle cose, si passa alla preparazione del paziente da sottoporre all'espianto. Nel caso di domenica, abbiamo effettuato un elettroencefalogramma e un'angiotac».

Già dalla prima diagnosi di morte encefalica, ovviamente, la famiglia dell'assistito viene informata di ogni cosa, per capire se ci sia o meno l'assenso alla donazione. «La squadra di medici è preparata anche per comunicare coi famigliari e per esporre tutti gli aspetti clinici, morali, etici e religiosi della faccenda: è una parte molto importante del nostro servizio». I parenti dell'uomo di Francavilla sono stati favorevoli, grazie anche alle informazioni ricevute. C’è da dire che la provincia di Brindisi ha un primato pugliese sul tema: sono sempre meno le opposizioni alle donazioni, risultato determinato anche dall’attività di sensibilizzazione e formazione garantita dall’Asl e da oltre dieci anni affidata a Grazia Bellanova, nefrologa, Coordinatrice territoriale donazioni e trapianto.

«Abbiamo effettuato gli esami necessari a individuare gli organi compatibili all'espianto: abbiamo potuto prelevare il fegato, i reni e una cornea. I reni sono partiti immediatamente verso Bari; il fegato è stato trasportato in aeroporto dov'era pronto un aero diretto a Napoli e le cornee sono state depositate nelle banca che le raccoglie» afferma Caputo. Almeno due persone, quindi, potranno avere una seconda opportunità grazie alla generosità della famiglia dell’uomo deceduto. «Siamo sempre più impegnati a sensibilizzare la popolazione sull'argomento della donazione degli organi: non si può spiegare a parole quante vite si potrebbero salvare se ci fossero più donazioni».
 
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