Bufale, allarme bis in Campania: colpite da brucellosi e tubercolosi. Già abbattuti settemila capi

Bufale, allarme bis in Campania: colpite da brucellosi e tubercolosi. Già abbattuti settemila capi
di Gigi Di Fiore
Sabato 6 Ottobre 2018, 22:46 - Ultimo agg. 7 Ottobre, 12:56
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L’allarme è partito sette mesi fa. Ci sono segnali di nuovi incrementi delle infezioni da brucellosi delle bufale. A marzo, l’Istituto zooprofilattico di Portici individuò 59 focolai di tubercolosi e 54 di brucellosi. Un nuovo allerta per le 1354 aziende di allevamento che, nel 2014, consentirono, con elevate raccolte di latte di bufala, un record storico certificato di produzione di oltre 38mila chili di mozzarella Dop. E la mozzarella di bufala campana, che è oltre il 75 per cento della produzione nazionale, dà fatturati annuali medi da 315 milioni di euro. I rischi per le bufale, così, sono preoccupazioni per i produttori di mozzarella. Per questo, dopo l’allarme è scattato un piano di prevenzione, con controlli estesi e vaccinazioni fino, in casi di contagio, agli abbattimenti. 
La prima emergenza scattò nel 2007. Fu l’anno dei primi timori sull’estensione di infezione nelle bufale. Aborti spontanei delle femmine, irritazioni sul corpo sono i primi sintomi sugli animali. Nel 2008, per arginare l’epidemia, su un patrimonio allora di 1494 allevamenti per 263.514 bufale, fu istituito un commissario regionale. Doveva sovrintendere alle operazioni di controllo affidate all’Istituto zooprofilattico, disporre gli abbattimenti e assegnare i rimborsi agli allevatori su finanziamenti europei. Nei primi due anni, furono individuati 17.254 animali infetti. Il commissario Andrea Cozzolino dispose verifiche rigorose sulla filiera che portava alla produzione di mozzarella, anche su sollecitazione dei titolari di caseifici. Un sistema che, dal 2007 al 2009, ha portato all’abbattimento di 40mila bufale e risarcimenti di 50 milioni di euro. Lo scorso anno, da aprile a luglio, ci sono stati cinque rimborsi-sovvenzione per abbattimenti con cifre oscillanti dai 172mila ai 13600 euro.

Su segnalazioni partite nel 2013, la Procura di Santa Maria Capua Vetere lo scorso anno sequestrò un laboratorio di analisi di Mondragone. Secondo l’accusa, i responsabili avvertivano allevatori e produttori di latte dei risultati delle analisi prima delle profilassi di Stato. In questo modo, i produttori potevano scegliere cosa fosse per loro più conveniente tra la vendita, la macellazione dei capi di bestiame, o la vaccinazione delle bufale. «Si creava un serio pericolo per gli inconsapevoli operatori del settore, diffondendo la malattia infettiva».

La brucellosi può infatti contagiare anche l’uomo e quest’anno ci sono stati 7100 abbattimenti di bufale, di cui 4mila per brucellosi e gli altri per tubercolosi. Ma c’è chi non ci sta, chi vorrebbe limitare gli abbattimenti privilegiando la vaccinazione degli animali. Sono soprattutto esponenti del Movimento 5 Stelle in provincia di Caserta, come i parlamentari Nicola Grimaldi e Margherita Del Sesto. Parteciperanno ad un’assemblea pubblica fissata per il prossimo 19 ottobre. Con loro, il consigliere di Casal di Principe, Mario Schiavone, che parla di «strage» in alcuni allevamenti della provincia casertana. Ha spiegato Schiavone: «Dobbiamo difendere tutto il mondo che ruota intorno alle bufale, facendo un’informazione corretta».

All’assemblea pubblica dovrebbero partecipare anche i presidenti delle commissioni regionali alla Sanità, all’Agricoltura e all’Ambiente. Un tema delicato, anche perché la brucellosi, insieme con la tubercolosi bovina e bufalina e la salmonellosi, è malattia infettiva che si trasmettono all’uomo attraverso verdure e latte. Nel mondo ne sono rimaste colpite 500mila persone, tra cui veterinari, macellatori e allevatori. La Direzione regionale Campania dell’Inail ha lavorato ad una ricerca sui «rischi della stalla e della gestione degli animali», suggerendo le precauzioni da seguire. Si legge nello studio: «Per garantire un miglior livello di sicurezza, sarebbe opportuno che la riduzione del contatto tra l’operatore e le bufale passasse attraverso la realizzazione di strutture e specifiche vie di movimentazione degli animali e di vie di fuga per l’operatore, inaccessibili alle bufale dai loro recinti».

La vaccinazione è una forma di prevenzione, che evita il ricorso agli abbattimenti. È anche evidente, però, che non esiste alternativa all’eliminazione quando il contagio delle bufale è accertato. E per gli allevatori c’è sempre la possibilità di rimborsi comunitari. I produttori di mozzarella Dop sono i più attenti alle condizioni degli allevamenti. È una forma di difesa di un settore da alto export. 
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