Chieti, cade per colpa del tombino: il Comune dovrà risarcirla con 7.000 euro

Chieti, cade per colpa del tombino: il Comune dovrà risarcirla con 7.000 euro
di Gianluca Lettieri
Martedì 25 Aprile 2017, 21:36 - Ultimo agg. 22:25
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È finita in ospedale con la faccia fracassata dopo una caduta a Chieti causata da un tombino con il coperchio rialzato. Il Comune dovrà risarcire con oltre settemila euro Daniela F., sessant’anni, rimasta coinvolta nell’incidente. È stato il giudice di pace, Mariaflora Di Giovanni, a condannare Palazzo d’Achille.

Per ripercorrere la vicenda bisogna fare un salto indietro di quasi due anni. È il 4 giugno del 2015 quando la signora Daniela si trova al Tricalle, nei pressi della farmacia municipalizzata. Non è un giorno qualsiasi per il quartiere: in giro c’è tanta gente perché è la festa patronale. All’improvviso la donna, a passeggio, finisce a terra per colpa di un tombino sconnesso. Daniela viene trasportata d’urgenza in pronto soccorso: i medici le diagnosticano un «trauma cranico e del massiccio facciale con la frattura delle ossa nasali, contusioni multiple e la distorsione del rachide cervicale».

Per un mese resta praticamente bloccata, ma risente dei postumi dell’incidente anche nei successivi 129 giorni. Così la donna si affida all’avvocato Laura Melchiorre e presenta denuncia in Comune, per chiedere il risarcimento, ma non ottiene risposta. È a quel punto che la vicenda arriva nella aule di Tribunale. L’ente prova in tutti i modi a spostare le responsabilità sulla ferita, sostenendo che «il danno poteva essere evitato usando l’ordinaria diligenza in quanto la buca era ben visibile». Circostanza bocciata su tutta la linea dal giudice di pace, che ha invece condiviso la tesi dell’avvocato Melchiorre.

«Invisibile anche a causa della moltitudine di persone, l’insidia rendeva pericoloso percorrere la strada - si legge sulla sentenza -. Il dislivello, specie nel giorno dell’incidente, in assenza di segnalazioni indicanti il pericoloso, risultava occulto, poiché non facile da individuare, e costitutiva senz’altro un trabocchetto per il passante ignaro». In altre parole: «L’ente comunale, proprietario della strada, non ha dimostrato di aver assunto tutte le azioni di controllo e di segnalazione volte ad evitare il pericolo per il cittadino». Inevitabile la conseguenza: «È pienamente sussistente la responsabilità del Comune perché l’ente è comunque responsabile del danno causato dalle cose che ha in proprietà o in custodia». Il resto è storia recente: è stata pubblicata negli ultimi giorni la determina con cui Palazzo d’Achille ha impegnato 7.174 euro per risarcire Daniela (oltre 5 mila euro per i danni fisici, più le spese legali).
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