Carcere, la proposta del Sappe: «Gli stranieri scontino la condanna nei Paesi d'origine»

Carcere, la proposta del Sappe: «Gli stranieri scontino la condanna nei Paesi d'origine»
Domenica 2 Febbraio 2014, 23:31 - Ultimo agg. 23:44
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Gli stranieri condannati scontino la condanna nei Paesi d'origine. E se rientrano in maniera illecita in Italia, si preveda per loro l'aumento di un terzo della pena.



Lo dice Donato Capece, segretario generale del Sappe, rilanciando la proposta del sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria: «Le norme per l'espulsione dei detenuti sono contenute nei trattati bilaterali siglati dall'Italia con gli altri Paesi, ma non vengono rispettate».



Capece snocciola alcuni dati. Dei 62.536 detenuti presenti nelle carceri italiane (dati al 31 dicembre 2013), «21.854, ovvero il 34,95%, sono stranieri». Per il Sappe, il governo «deve potenziare le espulsioni degli stranieri detenuti in Italia. Parliamo a livello nazionale di soli 896 espulsi nel 2011 e 920 nel 2012: rispetto ai circa 22mila detenuti in Italia sono solo una goccia nel mare».



La percentuale più alta di stranieri espulsi riguarda gli albanesi (262, per una percentuale che si attesta al 28,5%), seguiti da marocchini (196, qindi il 21,3%), tunisini (107, 11,6%) e nigeriani (40, pari al 4,3%). Altri 315 (il 34,2%) sono di altri Paesi. «È ovvio che questi numeri limitati -rimarca il Sappe- non producono alcun miglioramento su un sistema penitenziario sovraffollato e al collasso».




«Dai dati -sottolinea ancora Capece- si vede chiaramente che gli annunciati impegni della politica per ridurre il sovraffollamento, restano parole e non trovano adeguate risposte nei fatti. Invece far scontare la pena ai detenuti stranieri nei Paesi d'oringine, insieme ad altre misure per deflazionare il sistema, possono rendere il carcere più umano». «Da parte nostra non c'è alcun pregiudizio razziale -mette in chiaro il Sappe- è solo un problema di vivibilità nelle carceri e di come rendere la pena più efficace, per scongiurare eventuali recidive. Un modo -conclude il leader dei baschi azzurri del Sappe- per non continuare ad avere le carceri sempre sovraffollate, e fuorilegge».