Le top della porta accanto: è boom di casalinghe e studentesse modelle a tempo perso

foto di Niki Barbati
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di Niki Barbati
Domenica 29 Giugno 2014, 08:02 - Ultimo agg. 08:49
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Hanno nomi esotici (Alisha, Issan, Jasmine, RedGirl) inquietanti (Riae Suicide) o divertenti (Stelladiplastica); vivono a Cinecittà piuttosto che a Gallarate o Firenze.

In comune il dono della bellezza o una fotogenia non comune. Sono le fotomodelle della porta accanto. Ragazze che non appaiono sulle copertine patinate ma che hanno poco da invidiare alle top model se non il rammarico di non aver incontrato un Helmut Newton capace di valorizzarle come meriterebbero. In compenso spopolano sui siti di fotografia e sui social network. Piazze virtuali dove ci si incontra, si commentano le immagini, si concordano nuovi progetti e si finisce per conoscersi quasi tutti.

L’hobby della 35mm, con l’avvento del digitale, è esploso definitivamente e la richiesta di modelle è incrementata in proporzione alimentando un’economia che si basa sul baratto (in trasferta, ospitalità in cambio di pose) e su compensi contenuti (per un’ora si va dai 30 euro del ritratto ai 50 del nudo). Basta trovare un paio di compagni di click e si ammortizza anche la sala, almeno altri 40 euro. Soldi che le ragazze spendono prevalentemente in tatoo e piercing. Impossibile calcolare le cifre del fenomeno: su Facebook le due pagine dedicate a fotoamatori e modelle raccolgono 30 mila utenti, se si aggiungono i portali specializzati non è azzardato dire si supera abbondantemente le 100 mila.

GLI INIZI

Fotomodelle si diventa per gioco. Eva Kiss, vero nome Kisimova, bionda mamma bulgara in Italia dal 2004, ha iniziato così: «Due anni fa un amico mi ha chiesto di posare, era uno scherzo, ho pubblicato le foto su Facebook e da allora è diventato un lavoro: l’anno scorso avrò conosciuto un migliaio di fotoamatori». Richiesta anche all’estero, Eva non lesina critiche agli italiani: «In Svizzera e Francia c’è più fantasia, qui si tende a copiare le idee degli altri». Dichiarazione subito smentita da Hedy Nerito, bruna bellezza di Gallarate trasferitasi a New York dove posa quotidianamente: «Non credo proprio sia così, all’estero noi italiani rappresentiamo l’arte per eccellenza e anche nel campo della fotografia lo dimostriamo di continuo».

Ma si può decidere di posare anche come sfida con se stessi: è il caso di Jasmine Bertani, 25 anni romana. «La moda mi affascinava e ho sempre amato la fotografia. Ma per problemi di salute fin da piccola mi sono isolata dal mondo. Ero insicura e non credevo nelle mie potenzialità. A 18 anni, stufa di paure e ansie, decisi di cambiare il modo di vivere e mettermi alla prova, dimostrando a tutti chi fosse Jasmine dando sfogo alla mia passione. È stata una sfida e ora è un lavoro che amo alla follia, sono cresciuta artisticamente e umanamente, posare mi ha aiutato, sono più estroversa, ho conosciuto persone fantastiche ed accetto serenamente quei difetti che ogni donna si trova. Quando vengo fotografata mi sento libera, felice».

I RISCHI

Non sono tutte rose e fiori: spesso si parla di topless o nudo e c’è da mettere nel conto richieste sgradevoli e avances spinte. In alcuni casi se qualcuno si mostra più focoso lo fa a suo rischio e pericolo: «Studio da istruttrice di body building e so come difendermi» taglia corto la bresciana Lia Ferri, ambientalista e vegana convinta, più esposta di altre a brutti incontri visto che si offre anche come modella di bondage: «La prima volta che me ne hanno parlato sono rimasta sorpresa, non pensavo potesse essere un genere fotografico. Ho accettato per curiosità e continuo a farlo ma di vero non c’è nulla. Certo, devi fidarti di chi incontri».

«Però quelli veramente pericolosi - spiega Issan - li riconosci subito, sono insistenti, non hanno un progetto chiaro, iniziano chiedendoti di posare in intimo per poi passare al nudo e soprattutto hanno fretta». Issan, al secolo Valentina Scarozza che a marzo prenderà la laurea in psicologia con 110, deriva dalla crasi di due protagonisti di libri fantasy: Morgan e Issel. Con le foto una vera passione quella per il genere: ha appena creato e messo in rete un’app (Magichronicles) basata su un racconto fantasy intereattivo.

Come si supera l’imbarazzo del nudo? «Non saprei - spiega Valentina - ho iniziato come modella per disegnatori all’Istituto Europeo Design, prima per un’amica e poi per gli studenti: al debutto ho scoperto che stare svestita in mezzo a una dozzina di ragazzi appagava la mia voglia di essere al centro dell’attenzione... quelli in imbarazzo erano loro»

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