Caso Consip, il capitano Scafarto
chiede di trasferire l'inchiesta

Caso Consip, il capitano Scafarto chiede di trasferire l'inchiesta
Lunedì 26 Giugno 2017, 17:58 - Ultimo agg. 17:59
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Potrebbe finire a Napoli o Firenze l'inchiesta che vede indagato per falso e rivelazione del segreto d'ufficio, il capitano del Noe, Gianpaolo Scafarto. La Procura di Roma, infatti, è chiamata nei prossimi dieci giorni a decidere su una istanza presentata oggi dai difensori dell' ufficiale dei carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico che ha indagato sui vertici di Consip, la centrale di acquisti della pubblica amministrazione. Alla luce di questa istanza Scafarto, accompagnato dagli avvocati Giovanni Annunziata e Attilio Soriano, si è recato oggi a piazzale Clodio ed ha deciso di avvalersi davanti al procuratore aggiunto Paolo Ielo e al sostituto Mario Palazzi che lo avevano convocato per un nuovo interrogatorio.

L'atto istruttorio era stato fissato dopo che a Scafarto sono stati contestati due nuovi capi di imputazione: un nuovo caso di falso su un riferimento al generale Fabrizio Farragina, ex Aisi (il servizio segreto interno), in relazione alla vicenda della presunta presenza di esponenti dei servizi durante le indagini svolte da Scafarto su Consip e la rivelazione del segreto compiuto nell'agosto 2016 e nel marzo di quest'anno verso due marescialli, due ex Noe, poi passati all'Aise e quindi ad un'altra amministrazione dello Stato. «Abbiamo deciso di presentare questa istanza - hanno spiegato Annunziata e Soriano - perché riteniamo che si è posta una questione di carattere tecnico che é la competenza per territorio». Per i difensori del capitano del Noe, in sostanza, l'informativa firmata da Scafarto e finita al centro degli accertamenti della Procura di Roma, sarebbe stata materialmente redatta a Napoli mentre a Firenze l'ufficiale dei carabinieri è stato applicato per alcuni mesi. Per quanto riguarda il filone sulla rivelazione del segreto che coinvolge, tra gli altri, anche il ministro Luca Lotti e il generale dei carabinieri Tullio Del Sette, i pm di Roma sono tornati ad interrogare, questa volta in veste di indagato, il presidente dimissionario di Consip, Luigi Ferrara. L'atto istruttorio è stato svolto sabato scorso a piazzale Clodio. A determinare l'iscrizione del manager nel registro degli indagati era stato il ridimensionamento della attribuzione al Comandante Generale Del Sette della presunta violazione del segreto in merito alle indagini della procura di Napoli su Consip. In procura «no comment» degli inquirenti sull'interrogatorio di due giorni fa. Non è voluto entrare nel merito dell'atto istruttorio neanche il difensore di Ferrara, l'avvocato Filippo Dinacci, il quale si è limitato a dire che tutta la vicenda in cui è coinvolto il suo assistito è frutto di un «mero equivoco linguistico».

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