Un gruppo di orientali si era barricato per circa un'ora in un capannone mentre all'esterno si erano radunati circa 300 loro connazionali, diventati con il passare delle ore anche più numerosi, che hanno lanciato pietre e altri oggetti contro le forze dell'ordine: c'è stata quindi la carica. Sul posto, oltre a polizia e carabinieri e ai soccorsi, anche i vigili del fuoco chiamati per aprire il cancello dell'immobile ma il cui intervento non è stato poi necessario. A un certo punto nella piazza è comparsa la bandiera della Repubblica popolare cinese, accolta da applausi. I volontari delle ambulanze hanno denunciato di essere rimasti ostaggio dei facinorosi, che avevano bloccato le vie d'uscita alla piazza.
I tafferugli sono scattati dopo controlli di routine effettuati dal personale del servizio sicurezza sui luoghi di lavoro della Asl, nell'ambito del piano triennale previsto dalla Regione, in collaborazione con le forze dell'ordine.
L'area dell'Osmannoro conta molte attività cinesi. Secondo quanto spiegato dalla Asl, le verifiche avrebbero fatto emergere alcune irregolarità, non gravi, in uno dei capannoni. Quando gli sono state contestate, il titolare cinese dell'azienda che ha sede nel capannone avrebbe reagito spintonando il personale della Asl e le forze dell'ordine, usando il figlio di 10 mesi come scudo.