Codice antimafia, in agguato caos burocratico per la gestione dei beni confiscati. Mottura: «Troppe limitazioni»

Codice antimafia, in agguato caos burocratico per la gestione dei beni confiscati. Mottura: «Troppe limitazioni»
Venerdì 29 Settembre 2017, 09:05 - Ultimo agg. 19:25
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È la parte più controversa, quella destinata a fare ancora discutere nel nuovo codice antimafia diventato legge due giorni fa. Un codice che estende le misure di prevenzione anche a ipotesi di reato diverse dall'associazione mafiosa. Come chi è sospettato di far parte di un'organizzazione mafiosa, anche chi è parte di un procedimento di associazione semplice per reati di peculato, corruzione, concussione, evasione fiscale può vedersi sequestrato beni e aziende su decisione di una sezione specializzata di competenza distrettuale, che avrà sede nel tribunale della città capoluogo. A chiedere la misura, sulla base di indizi e iniziali sospetti nella fase d'avvio dell'indagine penale parallela, potrà essere, oltre alla Procura che ha competenza territoriale sul reato, anche il procuratore nazionale antimafia.

Sugli effetti dei sequestri nel sistema economico per l'allargamento delle ipotesi di reato previste, l'Istituto nazionale degli amministratori giudiziari (Inag), che raggruppa avvocati e commercialisti, specializzati finora nella gestione di beni sequestrati ad esponenti indagati di associazione camorristica, ha fatto sentire più volte la sua voce critica.

Da solo, ogni sequestro condiziona di fatto il ricorso al credito bancario, ma ha anche come conseguenza immediata flessioni di clientela e di fatturati. Spiega il commercialista Giovanni Mottura, presidente dell'Inag: «Chi gestisce un bene sequestrato deve ripristinare tutte le condizioni di legalità aziendale. Gli esempi tipici sono la regolarizzazione di eventuali dipendenti in nero, il pagamento di tutte le imposte, il rispetto dei tempi dei pagamenti, la sostituzione di dirigenti e manager coinvolti nell'indagine. Tutto questo, che rientra nelle finalità della misura, ha costi economici iniziali che si ripercuotono sull'azienda. La cifra annuale di 10 milioni stanziati dalla legge per aiutare la prima fase del sequestro appare inadeguata».

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