Quando saranno terminati i lavori resterà solo il ricordo di una delle tragedie più grandi della marineria italiana con le 32 vittime del naufragio (33 con il sommozzatore che prese parte alla ricerca dei dispersi al Giglio) avvenuto all'Isola del Giglio alle 21.45 del 13 gennaio 2012. I trenta cassoni che erano serviti per rimettere in galleggiamento la Concordia e affrontare il viaggio dal Giglio sotto gli occhi del mondo sono stati smantellati in questi giorni e lo scafo, ridotto al minimo, è stato messo in condizioni di galleggiare da solo per la fase quattro del progetto di recycling: l'operazione finale di smantellamento. Dopo la rimozione degli ultimi allestimenti interni tutta la parte metallica sarà avviata allo smaltimento o al recupero.
Concordia andrà a morire entro breve nella stessa città in cui è nata, essendo stata costruita nello stabilimento Fincantieri di Sestri Ponente.
Quando lo scafo non ci sarà più si concluderà anche la storia di un'operazione di recupero e trasferimento del relitto che non ha precedenti nella storia d'Italia. L'operazione iniziò a maggio 2012: Titan Salvage (Usa) e l'italiana Micoperi riportarono a galla l'enorme relitto adagiato su un fianco e lo trainarono lentamente a Genova con due rimorchiatori oceanici nel luglio 2014.