Coniugi uccisi a Ferrara, i genitori del 17enne in testa alla fiaccolata per la coppia uccisa

I genitori di Manuel
I genitori di Manuel
Domenica 15 Gennaio 2017, 11:15 - Ultimo agg. 16 Gennaio, 10:57
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In testa alla fiaccolata c'erano anche i genitori di Manuel Sartori, il 17enne esecutore materiale del massacro di Pontelagorino, il duplice omicidio in cui sono stati uccisi i coniugi Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni, genitori di Riccardo, 16 anni, che con Manuel aveva pianificato il delitto. La fiaccolata-corteo ieri in serata ha attraversato Pontelangorino, nel Ferrarese. A volerla il parroco don Marco Polmonari, presenti anche molti sindaci della provincia. Centinaia le persone che hanno risposto all'appello del sacerdote. Tra loro anche i compagni di scuola dei due ragazzi e gli insegnanti, commercianti, clienti del ristorante che le vittime gestivano a San Giuseppe di Comacchio. Il corteo si è snodato tra il cancello della villetta del duplice omicidio e la chiesa.

Dall'inchiesta emerge intanto che i due ragazzi avevano paura di essere visti mentre portavano via i cadaveri. Per questo alla fine i corpi - che nel piano originario dovevano scomparire in acqua - sono rimasti nella villetta di Pontelangorino di Codigoro, dopo essere stati massacrati a colpi di scure, nella notte tra lunedì e martedì, dal più grande dei due su mandato del 16enne con la promessa di denaro, 80 euro dati in anticipo. In particolare è stato il figlio delle vittime a tirarsi indietro, proprio per timore che qualcuno li vedesse o che venissero intercettati mentre in auto avevano i due corpi. Questo almeno ha riferito negli interrogatori il 17enne. Entrambi hanno confessato. Il piano iniziale prevedeva che i due cadaveri venissero trasportati in auto e poi gettati nel fiume con pietre, che dovevano essere prelevate dal giardino di casa, legate ai piedi.

La villetta è in mezzo ad altre case, e proprio questo è uno dei motivi per cui non hanno portato via i cadaveri. I corpi dovevano essere caricati sulla Opel Corsa, già con i sedili abbassati per fare posto ai cadaveri, parcheggiata vicino al garage. Quindi l'operazione poteva essere vista da qualcuno. Inoltre sarebbe stato rischioso, oltretutto per due minorenni senza patente, girare in auto con i cadaveri a bordo. A bordo della Opel sono stati compiuti prelievi dai Carabinieri della scientifica di Ferrara, anche per capire chi ha abbassato i sedili. Tutti i reperti raccolti nella varie fasi dell'inchiesta, comunque, verranno inviati al Ris di Parma per le diverse analisi che dovranno blindare con prove scientifiche le confessioni dei due ragazzi.

Ad esempio, verranno analizzati anche i mozziconi raccolti nella dependance della villetta, dove spesso alloggiava il 16enne e dove sono andati entrambi la notte del duplice omicidio. I due sono stati lì, tra dependance e villetta, dalle
22 alle 5 del mattino. Alle 22 sono andati via dalla casa del 17enne e alle 5 del mattino ci sono tornati. Questo quadra anche con quanto hanno visto i genitori del 17enne. Le cicche verranno analizzate per capire se i due avessero fumato stupefacente, ma i ragazzi hanno detto che non erano fatti. E analisi tossicologiche sono previste nelle autopsie sulle due vittime fissate per lunedì mattina. Pure in questo caso si tratta di uno scrupolo per capire se i coniugi fossero stati narcotizzati. In realtà il padre si sarebbe svegliato quando il 17enne ha cominciato la sua azione omicida. Lo dimostrerebbero anche gli occhiali ritrovati sotto il letto, dove sarebbero finiti per un atto violento.

Gli inquirenti stanno ancora lavorando sul movente per completare il quadro, anche se resta pure l'idea che un movente vero e proprio non ci sia. L'assassinio sarebbe stato comunque organizzato dalla sera alle 7 in poi. Quello che è certo è che il 16enne voleva i genitori morti.

Venerdì il gip del tribunale dei minori di Bologna Luigi Martello dopo l'udienza di convalida ha disposto la custodia in carcere per entrambi - che avevano confessato - accogliendo così le richieste del pm Silvia Marzocchi. Il giudice ha anche convalidato i fermi. I due avvocati difensori avevano chiesto misure attenuate (comunità o arresti domiciliari).

I coniugi sono stati uccisi a colpi di scure nella loro casa di Pontelangorino di Codigoro. L'esecutore materiale è stato il 17enne, su mandato del 16enne con la promessa di denaro. Il primo dovrebbe rimanere nel carcere minorile del Pratello di Bologna, l'altro dovrebbe andare in un'altra struttura. I difensori hanno ribadito che i loro assistiti sono pentiti e traumatizzati. «Il ragazzo è sconvolto, si sta rendendo conto di quello che è successo», ha detto l'avvocato Lorenzo Alberti Mangarani Brancuti, che difende il 17enne. «Sta prendendo coscienza, ed è durissima. È dura per tutti i soggetti coinvolti», ha aggiunto l'avvocato Gloria Bacca, che assiste il 16enne. Sul movente, Bacca ha ribadito che «è complesso e non è, come è stato detto, da attribuire ai cattivi voti a scuola. È una situazione di disagio di liti in famiglia, comunque si tratta di una personalità fragile».

Al Tribunale minorile di via del Pratello c'erano anche i genitori del 17enne, che hanno incontrato brevemente il ragazzo. «Ha sbagliato, è pentito - hanno detto - Noi non lo lasceremo solo». I due difensori nelle loro dichiarazioni hanno anche sottolineato come i ragazzi abbiano collaborato con le indagini. E proprio per cercare di blindare le confessioni è stata una giornata di lavoro intenso per i Carabinieri della scientifica di Ferrara nella villetta di Ponte Langorino. Le indagini scientifiche dovranno dare riscontri alle loro parole, per mettere al sicuro le indagini da eventuali ritrattazioni.

Ad esempio c'è il lavoro scientifico sul borsone che i due hanno abbandonato con vestiti e corde sporche di sangue. Corde che probabilmente dovevano servire per legare i piedi dei due cadaveri con pietre per poi gettarli in acque profonde, forse nel Po di Volano. Nel borsone c'erano anche un paio di scarpe Adidas 'Stan Smith' taglia 41. Il numero dei piedi del 17enne. Di quel numero ci sono impronte evidenti nella casa. Il 16enne porta il 45, i due coniugi uccisi avevano il 38 lei e il 42 lui. L'impronta della scarpa è anche sulla coperta del letto. Forse il 17enne è
salito per scavalcare un corpo o per andarsene.

Peraltro il 17enne è stato quasi subito individuato dall'intuito di un ufficiale dei carabinieri, quando gli amici del
16enne si sono radunati davanti alla villetta. Mentre tutti piangevano, l'unico a creare problemi è stato il 17enne. Allora l'ufficiale ha deciso di sentire come testimoni tutti i giovani, in particolare lui. E quando i ragazzi poi fermati erano insieme in caserma è emerso, anche solo con gli sguardi, un legame forte tra i due. Poi le confessioni. 

«Siamo vicini a tutti i parenti delle vittime - ha detto il sindaco di Codigoro, Alice Zanardi - così come ai genitori del
17enne che dovrà fare i conti con se stesso e non avrà un futuro facile. È un tragedia inspiegabile, la nostra comunità saprà reagire». Per don Marco «esiste un giudizio civile che sta già facendo il suo corso e uno divino, al quale nessuno può sottrarsi», e i due ragazzi «restano pecorelle smarrite che hanno bisogno di aiuto».

Frattanto ha ricevuto centinaia di mi piace il post su Facebook con cui Alessandro Vincelli, il fratellastro del
16enne, che abita a Torino, ha salutato il padre e la sua nuova compagna. «Addio papà addio Nunzia sei stata una seconda madre, avete sempre lavorato duramente e avete cercato di dare» al mio fratellastro «tutto quello che potevate dargli. Resterete nel mio cuore per sempre». Molti anche gli affettuosi commenti.


 

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