Consip, la rabbia di babbo Renzi
chiuso in casa con la moglie

Consip, la rabbia di babbo Renzi chiuso in casa con la moglie
di Mario Ajello
Mercoledì 17 Maggio 2017, 08:43
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RIGNANO «La persecuzione continua. Ma non sarà bombardando me che portano a casa la testa di Matteo». Tiziano Renzi, nella sua Rignano, alterna momenti di furia ad altri di avvilimento. Vede l'attacco politico e l'attacco personale.
Si sfoga con qualche intimo. Parla di «gogna infinita». Anche se, nei momenti in cui l'ira cala, osserva: «Se anche a mio figlio dico che non ricordo, a proposito di Romeo, vuol dire che è così. Nessuno è capace di mentire ai figli».
Ma ecco, a ridosso della piazza del paese, l'inseparabile amico Billy Bargilli, l'autista del camper di Matteo Renzi nelle primarie contro Bersani. Inveisce a sua volta contro i media e contro i giudici che passano le intercettazioni ai giornali e aggiunge: «Questi attacchi danneggiano chi li fa. A noi ci favoriscono. Sia Matteo sia Tiziano, nella telefonata data in pasto alla gente senza rispetto di niente e di nessuno, fanno una bella figura. Ora sì che si arriva al 45 per cento».

Tiziano intanto passa il pomeriggio e la serata blindato nella sua casa di campagna nella frazione di Torri. Vede i tiggì. Apprende che Matteo ha chiesto al ministro della giustizia, Orlando, di intervenire su queste intercettazioni usate come una «clava» e starà plaudendo alle parole di Matteo, che lui probabilmente vorrebbe ancora più dure. Driiiin... Suona la porta in casa Renzi senior. La apre la moglie, Laura, detta Lalla, considerata la vera leader della coppia e della family, a sua volta citata nella telefonata intercettata, e ha un aspetto estremamente teso. Che non le fa perdere la gentilezza, però, e la signora Bovoli avverte il seccatore: «Non è il momento di parlare, lasciate in pace mio marito». Il quale, un attimo dopo, compare sull'uscio e con una mano accompagna la consorte dentro il salotto.

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