Caso Consip, prove false contro il papà di Renzi. La telefonata tra i procuratori: «Indaghiamo sul capitano»

Caso Consip, prove false contro il papà di Renzi. La telefonata tra i procuratori: «Indaghiamo sul capitano»
di Leandro Del Gaudio
Martedì 11 Aprile 2017, 08:41 - Ultimo agg. 19:17
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Si sono parlati, facendo leva sulla rispettiva correttezza istituzionale e su una sinergia istituzionale consolidata nel tempo, ma anche sulla delicatezza del momento. I due procuratori, quello di Roma e quello di Napoli, ieri sono entrati in contatto, prima che siti e quotidiani on line facessero esplodere la notizia del capitano del Noe indagato per falso. È toccato al procuratore di Roma Giuseppe Pignatone telefonare al procuratore reggente Nunzio Fragliasso, per informarlo dell’invito a comparire notificato a carico di Gianpaolo Scafarto, il capitano del Noe che ha condotto per conto dei pm napoletani (in particolare per il magistrato Henry John Woodcock) delicate indagini su politici e amministratori. 

Due ipotesi di falso, dunque, per l’ufficiale 44enne cresciuto professionalmente in Campania. Avrebbe attribuito una frase pronunciata da Bocchino a Romeo, in una di quelle intercettazioni sui «colloqui fluviali» che imprenditore e consulente intrattenevano in ufficio. Una carriera costruita sulle indagini di alto profilo, quella del capitano Scafarto. 
Dal metano alla Consip, dal sindaco di Ischia a Romeo, da Massimo D’Alema (mai indagato, ma finito nel tritacarne per la storia dei libri e del vino acquistati dal sindaco ischitano) all’inchiesta-terremoto che punta dritto al giglio magico e che miete «vittime» eccellenti (tra gli indagati i generali Del Sette e Saltalamacchia, il ministro Lotti e Tiziano Renzi). 

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