Omicidio a Cosenza, uomo ucciso a colpi di pistola: fermato un sospettato

Omicidio a Cosenza, uomo ucciso a colpi di pistola: fermato un sospettato
Lunedì 2 Maggio 2016, 12:20 - Ultimo agg. 3 Maggio, 13:26
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Il corpo senza vita di un ragazzo avvolto in un tappeto arrotolato e sigillato in sacchetti di plastica chiusi con nastro adesivo. E' quanto hanno rinvenuto, la scorsa notte, gli agenti della Squadra mobile di Cosenza all'interno di un appartamento di una palazzina in via Dattoli, a Rende. Nella mattinata di oggi, l'assassino ha confessato. Francesco Attanasio, 33 anni, è accusato di omicidio: impossibilitato a estinguere un debito di 17mila euro, ha ucciso il suo creditore, il 31enne Damiano Galizia, nel pieno di una scazzottata culminata in tragedia. "Mi esasperava, così l'ho ammazzato nel corso di una lite accesa", ha raccontato alla polizia. Il delitto è avvenuto in un'abitazione a due passi dall'Università di Cosenza, la vittima è stata centrata da quattro colpi di pistola esplosi a bruciapelo. “Galizia – hanno affermato gli investigatori - chiedeva insistentemente la restituzione del credito vantato.

La notte dello scorso 26 aprile, i due hanno avuto un acceso litigio, nel corso del quale Attanasio ha tirato fuori una pistola e ha sparato”.
Quando gli agenti della Squdra mobile sono entrati nell'abitazione, hanno trovato il cadavere della vittima in un tappeto arrotolato e infilato dentro una busta. Subito sono stati chiamati quelli della Scientifica, che hanno effettuato i rilievi di rito. Stando a una prima ricostruzione, tutto è iniziato lo scorso 26 aprile, quando i due si sono dati appuntamento per discutere di un vecchio prestito. Ne è nata una colluttazione: all'ennesimo pugno ricevuto, Francesco Attanasio ha estratto una pistola dai pantaloni e ha sparato quattro colpi. Il mattino seguente, è tornato nell'abitazione per pulire il pavimento sporco di sangue e occultare il cadavere. Poi, è fuggito. L'uomo ha confessato l'omicidio soltanto nella mattinata di oggi, dopo essere stato interrogato a lungo dal magistrato Giuseppe Visconti.
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