E caccia ai "green jobs": ecco i lavori irreperibili nella green economy

E caccia ai "green jobs": ecco i lavori irreperibili nella green economy
Lunedì 25 Gennaio 2016, 15:35
2 Minuti di Lettura
(Teleborsa) - La Green economy contribuisce a trainare il PIL italiano ed anche l'occupazione. Lo si apprende da uno studio dell'Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza, basato su dati tratti da Registro Imprese, Fondazione Symbola - Unioncamere, GreenItaly, 2015 e Sistema Informativo Excelsior e Eurostat. Secondo l'elaborazione, le imprese della green economy sono circa 120 mila (di cui 1.200 guidate da giovani) e producono circa il 10% del valore aggiunto delle imprese italiane. Il sistema produttivo italiano detiene un primato in europa in termini di eco-efficienza, un indicatore che tiene conto di 4 parametri: input di materia, input energetici, produzione di rifiuti, emissioni atmosferiche. Sotto il profilo occupazionale è un vero e proprio boom, che concerne soprattutto lavoratori specializzati: il settore impiega circa 2,9 milioni di persone, perlopiù professionisti, e nel 2015 ha generato un fabbisogno occupazionale di oltre 74 mila nuovi posti di lavoro, di cui oltre il 20% è di difficile reperimento. Cresce la richiesta di "green jobs": 14,9% del totale del fabbisogno di assunzioni nel 2015, contro il 10,9% del 2009. Le regioni più "green" sono Lazio e Basilicata, dove la richiesta di esperti ambientali sale al 18,8% e al 18,7% del totale. Milano e Monza e Brianza prime tra le province in Italia. In Lombardia 19 mila nuovi assunti in  professioni "green". Quali sono le professioni green? Si tratta complessivamente di una domanda di  74 mila esperti ambientali, che riguarda per il 40,1% figure professionali in possesso di diploma di laurea, e per il 55,4% di assunzioni a tempo indeterminato. Gli specialisti del settore ambientale sono richiesti soprattutto nelle costruzioni (44,5% delle assunzioni nel 2015), meno nell'industria manifatturiera (18,3%) e per le imprese la domanda è superiore all'offerta: l'incidenza dei profili di difficile reperimento è più alta nei profili "green" (20,2%), rispetto alle altre professionalità (10,5%).
© RIPRODUZIONE RISERVATA