Corona, nel frattempo, dal carcere, come riferito dall'avvocato Chiesa, ha ribadito la sua «stima» per il magistrato Giovanna Di Rosa che gli aveva concesso l'affidamento in prova, ma si è detto «abbattuto e preoccupato» per la decisione di oggi del Riesame. «Non riesce a capire l'accusa che lo ha portato in cella», ha detto il legale. Corona, sia nell'interrogatorio davanti al gip sia al Riesame, si era infatti difeso sostenendo di non essere «un criminale» e che il denaro trovato in casa della Persi sarebbe stato «il 'nerò delle serate nei locali», soldi su cui l'ex agente fotografico, a suo dire, sarebbe ancora in tempo per pagare le tasse. Per questo motivo l'accusa di intestazione fittizia nei confronti dell'ex fotografo dei vip, ha ribadito il legale, «è totalmente infondata e non sta né in cielo né in terra», ma al limite potrebbe trattarsi «di un'evasione fiscale, reato non da custodia cautelare». Per il Riesame, che oggi ha confermato l'accusa formulata dalla Procura (le motivazioni del provvedimento tra 45 giorni), Corona, invece, deve restare in carcere perché non sono venute meno le esigenze cautelari contestate e, in particolare, i pericoli di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio.
Già per il gip, tra l'altro, non era verosimile la versione dell'ex agente fotografico sui «pagamenti in nero», per un totale di circa 3 milioni di euro 'cash' in meno di un anno, ed era necessario indagare ancora sull'origine di quei soldi. «Fabrizio non è il pericolo pubblico numero uno», ha detto ancora l'avvocato Chiesa, che ha annunciato ricorso in Cassazione contro la decisione del Riesame. «La giustizia mostra i muscoli quando si parla di Corona.
A questo punto - ha concluso il legale - non posso che prendere atto di questo atteggiamento di forza». Nel frattempo, infine, l'avvocato Federico Cecconi, legale di Silvio Berlusconi, assieme a Franco Coppi, nel procedimento Ruby ter e che nei giorni scorsi era entrato nel collegio difensivo di Corona, ha rinunciato al mandato.