Sedicenne morta a Bracciano, la madre:
Federica aveva paura del buio
non può aver camminato da sola di notte

Sedicenne morta a Bracciano, la madre: Federica aveva paura del buio non può aver camminato da sola di notte
di Nino Cirillo e Valentina Errante
Lunedì 21 Gennaio 2013, 10:29 - Ultimo agg. 22 Gennaio, 12:09
3 Minuti di Lettura
ROMA - Sono quasi tre mesi, ormai, che i genitori di Federica aspettano di sapere.

Schiantati dal dolore, sfiniti da quel muro di gomma che s’è rivelato il paese -Anguillara-, Luigi e Rosella si aggrappano disperatamente ai risultati delle indagini che prima o poi dovranno arrivare dalla Procura di Civitavecchia, che dovranno dire davvero come è morta la loro ragazza di 16 anni appena, chi è stato con lei fino all’ultimo in quella fredda e piovosa notte di Halloween, chi l’ha lasciata morire scappando con la sua borsa e il suo cellulare.



La notizia dell’imminente deposito dell’autopsia non li consola. Il fatto che sia stata stroncata da una miocardite e che quindi si sia trattato di «cause naturali inerenti l’apparato cardiocircolatorio» non placa le loro angosce. Continuano a ripetere a chi li ha visti in questi giorni: «Federica aveva paura del buio. Non può essere andata da sola laggiù». Laggiù, in riva al lago di Bracciano, a cinque chilometri dal punto in cui sarebbe stata vista viva l’ultima volta, su una striscia di spiaggia nera.



L’ORARIO

Neppure l’ultima indiscrezione sul lavoro del medico legale può aiutarli. Quando si tratta di fissare l’ora della morte -un elemento in teoria decisivo-, il perito si riserva un margine abbastanza ampio: fra mezzanotte e le quattro del mattino. Sì, è vero, non è insolito che la medicina legale ricorra a queste cautele, ma per loro, per i genitori di Federica, è solo un’altra ombra che cala sulla verità, una «verità che resta lontana».

L’inchiesta blindata, anzi, per l’esattezza secretata. Dell’unico indagato -Marco Di Muro, 23 anni, fidanzato di Federica, che sostiene di averla lasciata in paese, poco prima delle due, dopo l’ennesimo litigio- si sa soltanto che è stato ipotizzato per lui l’omicidio volontario, in realtà una scelta tecnica, fatta dagli investigatori all’indomani della scoperta del cadavere. Cinque volte è stato interrogato dai carabinieri di Bracciano -in un’occasione per undici ore di seguito- ma di questi verbali non si è saputo più nulla.



E’ stato in questo deserto di notizie che la mamma di Federica, Rosella, ha preso la decisione, qualche tempo fa, di farle lei delle indagini, aiutata dal suo avvocato, Andrea Rossi. In paese s’è sparsa la voce e sono stati raggiunti da decine di segnalazioni di persone disposte a parlare di Federica e di quella notte. Le hanno ascoltate a una a una: un buco nell’acqua, nessuna traccia veramente utile.



TELECAMERE OUT

Come è svaporata durante le feste di Natale, anche la testimonianza di un’amica di Federica, una ragazzina come lei, che aveva raccontato di averla vista da sola intorno alle tre, un’ora più in là rispetto alla versione del fidanzato e dei suoi amici. Non hanno aiutato neppure le telecamere sul lungolago, alcune in funzione quella notte, appositamente schermate in laboratorio per poter rilevare ogni più piccolo elemento. Niente.



Luigi e Rosella non ricevettero né telefonate né sms quella notte, Federica probabilmente non ebbe neppure il tempo di chiedere aiuto. Furono avvertiti all’alba: un uomo in bicicletta aveva trovato il corpo. In quegli stessi momenti, in quella stessa zona, vagava anche Marco Di Muro, anche lui in cerca di Federica. Ma era troppo tardi, come troppo tardi, stando ai risultati dell’autopsia, si decise a scrivere il messaggio su Facebook: «Ti voglio sempre bene».
© RIPRODUZIONE RISERVATA