Si è spenta come aveva vissuto, tra le braccia dei genitori che da sempre si prendevano cura di lei. Una carezza la vigilia di Natale e quell’«abbraccio di arrivederci», come lo chiama la sua mamma Michela Lorenzin. A settembre, Nicole si era aggravata rendendo necessario il ricovero in terapia intensiva a Padova. Poi il ritorno a casa, sulle colline di Marostica, anche se le sue condizioni restavano critiche. «Di giorno si stanca facilmente» raccontava la madre. «Ma è durante la notte, quando le funzioni muscolari si abbassano ulteriormente, che le complicazioni sono più frequenti. Quando capita, le apparecchiature alle quali è collegata fanno scattare un allarme e lei rischia di soffocare. Io e mio marito dobbiamo intervenire, aiutarla a respirare, se occorre anche con un aspiratore che introduciamo dalla gola per liberare le vie aeree».
Una donna forte, sempre sorridente.
Ha 34 anni e lavora per la Brenta Pcm, un’industria di Molvena. Poche settimane fa, lei e suo marito Igor si sono trovati in un vicolo cieco: la piccola aveva bisogno di assistenza continua ma le ferie e i congedi lavorativi stavano per esaurirsi. È allora che è accaduto un miracolo: gli operai dell’azienda hanno deciso di regalare alla collega le loro ferie, così da permetterle di restare accanto alla figlia. Dieci mesi in tutto. Una gran bel gesto. Ma l'illusione di quella inattesa serenità di una famiglia riunita è stata spenta la notte della vigilia di Natale. Arrivederci piccolo angelo.