Si tratta di due identici emendamenti al dl fiscale, presentati dai senatori Antonio Milo (Ala) e Antonio Azzolini (Forza Italia) che vogliono far risalire a 72 anni l'età massima per la permanenza in servizio dei giudici. Si tratterebbe dell'ennesimo tira e molla sul pensionamento delle toghe. Perchè dopo la riforma del 2014- «una rottamazione con effetti dirompenti» per usare le parole dell'ex presidente dell'Anm Piercamillo Davigo e che ha mandato a casa un'intera generazione di magistrati, da Raffaele Guariniello a Marcello Maddalena - c'è stato un altro intervento un anno fa per prorogare sino a 72 anni un gruppo ristrettissimo di giudici, cioè i soli vertici della Cassazione, del Consiglio di Stato e della Corte dei Conti. Anche allora il sindacato delle toghe protestò, arrivando per la prima volta a disertare la cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario con il capo dello Stato.
Tornando ad oggi, se la modifica chiesta dai senatori Milo (Ala) e Azzolini (Forza Italia) passasse finirebbe per incidere su nomine delicate che il Csm si appresta a compiere, come quelle che riguardano i vertici della Cassazione.
Se sono salvi i concorsi per primo presidente e Pg, perchè Giovanni Canzio e Pasquale Ciccolo hanno già compiuto 72 anni, sarebbe invece al rischio quello per la nomina del procuratore generale aggiunto: l'attuale titolare dell'incarico, Vincenzo Gerace, ha 71 anni e quindi potrebbe restare in magistratura un anno in più. Il Csm dovrebbe allora annullare il concorso già bandito. Una scelta che potrebbe aprire la strada a ricorsi.