Genitori uccisi. Fidanzati si rivedono in aula dopo 3 mesi. Lei arriva da Nisida

Genitori uccisi. Fidanzati si rivedono in aula dopo 3 mesi. Lei arriva da Nisida
Giovedì 18 Febbraio 2016, 19:58 - Ultimo agg. 23:54
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Si sono ritrovati faccia a faccia oggi in aula, a tre mesi di distanza dal duplice delitto del 7 novembre scorso ad Ancona, i due ormai ex fidanzati accusati del concorso nell'omicidio dei genitori di lei, appena sedicenne. Antonio Tagliata, 18 anni, reo confesso, anche se molto provato e confuso per le terapie con psicofarmaci in carcere, per cinque ore ha sostanzialmente confermato al Gip dei minori Paola Mureddu la prima versione di quel tragico pomeriggio.

La ragazza, scortata fino ad Ancona dall'istituto di pena minorile napoletano di Nisida, jeans e un giubbotto imbottito verde con il cappuccio parzialmente calato sul volto, ha assistito all'udienza a porte chiuse, ma non ha degnato Antonio di uno sguardo. Durante il litigio con le vittime, ha ribadito oggi Tagliata, lei gli avrebbe gridato di «sparare». Questo il momento di massima tensione emotiva in aula, con la sedicenne che alla prima interruzione è scoppiata in lacrime. Lunedì scorso, ha raccontato ai cronisti la zia paterna di Tagliata, Antonella, il nipote si è procurato ferite alle braccia con una lametta da barba nella cella di Marino del Tronto. Già a gennaio aveva ingerito candeggina ed era stato portato in ospedale. Atti autolesionistici che gli verrebbero suggeriti da una 'vocè interna. Circostanze per cui, nel procedimento parallelo a carico di Tagliata, il Gip Antonella Marrone ha disposto una perizia sulla compatibilità delle condizioni del 18enne con la detenzione. Secondo il consulente della difesa Gabriele Borsetti andrebbe trasferito in una struttura psichiatrica. Ieri il perito Renato Ariatti, che dovrà valutare anche se se il giovane stia simulando, ha visto in carcere Antonio: lunedì forse il suo primo sommario responso. La famiglia di Antonio è preoccupata e teme che possa uccidersi in carcere.

La zia ha lanciato un appello perché venga curato in una struttura specializzata. «Sei l'orgoglio della nostra famiglia», ha gridato al nipote arrivato con la polizia penitenziaria. «È un bambino buono e in carcere non sta reggendo» ha detto, citando una lettera ai genitori in cui Antonio dice di volersi ammazzare.
Il diciottenne è riuscito a rispondere al Gip tra molti non ricordo, ma sono servite più interruzioni per farlo riposare. Ha confermato che la ex fidanzata lo avrebbe istigato verbalmente a uccidere i genitori, Fabio Giacconi e Roberta Pierini, e che, dopo la sparatoria, le disse che poteva andarsene e denunciarlo. Lei avrebbe risposto che voleva restare con lui per poi ammettere in seguito con gli inquirenti che avrebbe agito così solo per paura. Quella mattina - ha raccontato Antonio, che ha escluso ogni premeditazione - i fidanzati ebbero contatti via sms, e lui le fece una 'sorpresà presentandosi alla fermata del bus. Decisero di andare a parlare con i genitori di lei, che si opponevano alla relazione. In precedenza, aveva sostenuto che la ragazza era scettica sul chiarimento, lui minacciò di togliersi la vita con la pistola e per questo lei lo fece salire dai suoi. Oggi Antonio ha spiegato che la giovane, che aveva rapporti difficili con i suoi, sperava in una 'riappacificazionè e che lui invece non ci credeva. Arrivati a casa in vi Crivelli i toni salirono subito: i genitori urlavano e avrebbero 'snobbatò il diciottenne mentre la ragazza li pregava di dargli ascolto. Distratto dai cani di Giacconi, che abbaiavano, Antonio vide l'uomo, un militare dell'Aeronautica, andare verso l'armadio dove teneva la sciabola di servizio e, dopo aver sentito gridare la sedicenne, fece fuoco con la pistola cal. 9x21, comprata una settimana prima. Non l'aveva acquistata per difendersi, come aveva sostenuto in precedenza, ma per togliersi la vita. Da quell'istante, la sua mente sarebbe andata in black-out. I due fidanzati se ne andarono insieme, girovagando per ore, entrarono anche in una chiesa per pregare, e poi si consegnarono ai carabinieri.
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