Come avevano indicato i pm Patrizia Petruzziello e Walter Cotugno, Briatore ha dunque usato il megayacht per uso diportistico in acque territoriali italiane dal 2006 al 2010. Ha potuto così non versare l'Iva all' importazione per 3,6 milioni di euro e non pagare le accise sul carburante. La volontà di eludere il fisco, secondo il giudice, è dimostrata anche in numerose mail tra lo stesso imprenditore, il comandante dello yacht e altri tre imputati (amministratori della società Autumn Sailing Limited che si erano avvicendati nel tempo). Il giudice scrive che lo yacht è stato costruito «per consentire al proprietario (così come si definisce lo stesso Briatore), di utilizzare una nave di lusso e al top delle prestazioni tecniche per le proprie esigenze di diletto e per mantenere relazioni utili in ogni campo, considerando la caratura delle persone ospitate a bordo, dall'industriale al primo ministro, oltre che per promuovere la propria immagine».
Con Briatore erano stati condannati a un anno e 11 mesi con la condizionale il comandante Ferdinando Tarquini e Dominique Warluzer (amministratore della società).
Una seconda amministratrice, Maria Pia De Fusco, è stata condannata al pagamento di una multa di 7 milioni e 200 mila euro e una terza, Laurence Eckle Teyssedou, è stata assolta perchè il fatto non costituisce reato.