I labrador della Campania
hanno già salvato due vite

I labrador della Campania hanno già salvato due vite
di Nico Falco
Giovedì 25 Agosto 2016, 10:38 - Ultimo agg. 13:09
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Il cane cammina sulle pietre, infila il naso tra le macerie. Fruga, mentre tutti lo osservano nel silenzio più assoluto. Gli unici suoni ammessi sono il respiro e il battito del cuore che corre a mille. Gli sguardi puntati su quel muso che annusa ovunque, in attesa, nella speranza, che trovi il «tesoro».

Poi il cane si ferma, inizia ad abbaiare. Scodinzola, ruota su se stesso. È il segnale, ha individuato qualcosa. Uno dei vigili del fuoco accarezza la testa al labrador e lo premia con del cibo, gli altri si precipitano e, con le mani, cominciano a scavare. Salta fuori una mano, una testa, una persona. Il volto pieno dalla polvere, la pelle coperta da una patina di muratura sbriciolata, le escoriazioni sulle braccia, gli occhi pieni di lacrime. Un uomo, una donna o un bambino, terrorizzati dalla furia del terremoto, travolti dal crollo della propria casa e tornati in superficie grazie al «gioco» di un cane addestrato solo per questo: a salvare i sepolti vivi.

Nella notte tra martedì e mercoledì, quando tre scosse di terremoto hanno devastato il centro Italia, la macchina dei soccorsi si è mossa veloce. Alle sei erano già in viaggio unità speciali, adatte per lavorare tra le macerie, e un centinaio di pompieri specializzati per ricerca e soccorso sono partiti sotto il coordinamento dell'Ufficio Pianificazione delle Emergenze della Direzione Regionale Campania dei Vigili del Fuoco.

Faranno il doppio turno, il dovere di essere tempestivi vincerà sulla stanchezza. E, dalla Campania, sono arrivati anche i cani del Nucleo Cinofilo regionale: tre da Benevento, uno da Avellino e un altro da Caserta. Sono labrador giovanissimi che, quando sono «fuori servizio», vivono coi vigili del fuoco a cui sono assegnati.

Preparati perché il loro fiuto, un centinaio di volte più potente e sensibile di quello umano, distingua il tesoro tra le macerie. Sono «monofiuto», riconoscono soltanto quello che per cui sono addestrati: superstiti sotto le macerie. Sentono il respiro, l'odore, il sudore, il calore. Avvertono i lamenti e i gemiti, anche quelli appena percettibili. Per loro è un gioco, sanno che se segnaleranno la posizione di un sopravvissuto alla calamità, se contribuiranno a salvare l'ennesima vita, ci sarà un premio.

Nelle zone colpite dal sisma sono arrivati in nottata e già dalle sette di ieri mattina erano operativi a Cossitto e Sommati, frazioni di Amatrice, dove sono stati spostati con automezzi attraversando le strade rimaste agibili e ad Acquara del Tronto, dove invece è stato necessario usare l'elicottero, quattro viaggi, visto che l'unica via di accesso, una piccola strada risparmiata in parte dal terremoto, è stata riaperta soltanto nel pomeriggio di ieri.
Li aspettano per i primi 3 giorni turni da 18 ore, poi saranno di 12 e infine arriverà il cambio. Fondamentali per la buona riuscita del lavoro le indicazioni di chi vive in quelle zone e può riferire ai vigili del fuoco in quali aree è probabile che qualcuno sia rimasto seppellito sotto le macerie. I cani vengono liberati in punti precisi, poi tutti aspettano. Vengono spenti i macchinari e non si deve fare rumore per non disturbare l'udito dei labrador. Al segnale si comincia a scavare.

E' una sfida contro il tempo che ieri, a Sommati, ha fatto guadagnare due premi ai labrador. Tanti quanti le persone tornate alla vita grazie al loro fiuto.
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