Influenza, 26 morti in Italia: aumentano i bambini ammalati

Influenza, 26 morti in Italia: aumentano i bambini ammalati
Giovedì 29 Gennaio 2015, 18:33 - Ultimo agg. 20:21
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L'influenza stagionale in Veneto, nonostante un calo dell'incidenza complessiva (92,7 malati per 10 mila abitanti contro 105,5 della media nazionale), continua a colpire duro e nell'ultima settimana monitorata (19-25 gennaio) ha messo a letto 45 mila 667 persone.

Purtroppo, la conta dei decessi è salita a 22 casi. Lo rivela il Rapporto settimanale elaborato dal Settore Promozione e Sviluppo Igiene e Sanità Pubblica della Regione, elaborato sulla base delle segnalazioni della rete di medici «sentinella». Valutando le classi d'età, si è registrato un nuovo aumento per quelle tra zero e 4 anni (249,6 per 10 mila) e tra 5 e 14 anni (144,5 per 10 mila), mentre sono in calo i casi nelle persone tra 14 e 65 anni e tra gli over 65. Dall'inizio del monitoraggio a oggi le forme con complicazioni sono state 124, con un'età media di 56 anni e in pari numero tra uomini e donne; 77 sono i casi considerati «gravi», dei quali 69 ricoverati in terapia intensiva e 8 sottoposti a terapia Ecmo. L'82% dei casi complessi presentava patologie pregresse.



PIEMONTE

Nella quarta settimana di gennaio 47 mila piemontesi si sono ammalati di influenza; 25 i casi gravi, con ricovero nei reparti di terapia intensiva, 4 i decessi, tutte di persone gravemente debilitate e predisposte alle complicanze. Lo precisa l'assessorato regionale alla Sanità. L'incidenza è in aumento ed il picco è atteso nella prossima settimana. La sindrome influenzale è stata il motivo dell'11% dei passaggi ai Pronto Soccorso e del 14% dei ricoveri totali.



L'incidenza totale è di 12,6 casi per 1.000 assistiti, 31 ogni 1.000 in età pediatrica, 22,5 nella fascia 15-64 anni. La copertura vaccinale è stata inferiore - informa la Regione - rispetto agli anni scorsi. «Finora - sostiene l'assessorato regionale alla Sanità - le caratteristiche generali dell'epidemia non sono indicative di maggior diffusione o gravità rispetto agli anni scorsi. In particolare, i casi più gravi sono così rari da non consentire generalizzazioni o previsioni d'impatto».





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