Isis, allarme dei servizi: può riaprirsi la rotta balcanica

Isis, allarme dei servizi: può riaprirsi la rotta balcanica
di Valentina Errante
Lunedì 15 Agosto 2016, 14:12
3 Minuti di Lettura
Un'ondata di reduci dell'Isis pronti a fuggire in Europa. Il pericolo, dopo la liberazione di Sirte, è ancora più concreto, ma gli analisti dell'Antiterrorismo e l'intelligence non temono i gommoni. Il vero rischio, spiegano, torna ad essere la rotta balcanica. È da lì che si muoverebbero i combattenti attivi, decisi a continuare la jihad seminando il terrore nelle nostre città.

LA ROTTA BALCANICA
Al momento non ci sono indicazioni specifiche, ma l'incrinatura dei rapporti tra Unione europea e Turchia rende il quadro ancora più complesso. I confini potrebbero essere varcati con documenti falsi, un mercato fiorente su quella rotta, già denunciato da Frontex alcuni mesi fa.

Minore allarme invece hanno suscitato le notizie arrivate dall'intelligence libica. Il ritrovamento a Sirte di documenti riservati che riguarderebbero una cellula dell'Isis attiva a Milano viene ritenuto poco credibile.
Dalla Siria alla Turchia, con documenti falsi. Così potrebbero arrivare in Europa i nuovi soldati del terrore che, difficilmente, sceglierebbero un barcone di disperati per compiere la missione alla quale sono votati. Per chi attraversa la rotta balcanica non è difficile ottenere lo status di profugo, basta comprare un passaporto.

I documenti possono costare da 1.500 a cinquemila euro, sono stati gli stessi migranti a riferire di aver acquistato passaporti rubati con timbri e foto contraffatte. La collaborazione tra servizi segreti europei e turchi è attiva da mesi, dopo l'arresto di alcuni jihadisti entrati come richiedenti asilo. Ma migliaia di passaporti, contraffatti e anche nuovi, secondo le informazioni a disposizione degli 007, sarebbero stati stampati e rivenduti direttamente in Siria, nei territori del Califfato. E, del resto, un falso passaporto siriano, riconducibile al 25enne Ahmad Almohammad, richiedente asilo sbarcato il 3 ottobre 2015 in Grecia tra migliaia di profughi, è stato trovato il 13 novembre accanto al corpo di uno dei kamikaze delle stragi di Parigi.
 
Su un fronte da sempre ritenuto caldo incombe anche la minaccia della crisi turco-europea. La possibilità che salti l'accordo e i profughi ospitati in Turchia tornino a riversarsi nelle isole greche rende la situazione ancora più difficile.

I SERVIZI LIBICI
Non suscita, invece, la stessa preoccupazione l'allarme lanciato dai servizi segreti libici su una minaccia concreta rivolta all'Italia e sull'esistenza di una cellula milanese, creata da Abu Nassim, al secolo Moez Ben Abdelkader Fezzani, espulso dal nostro Paese nel 2012, dopo l'assoluzione del tribunale, ma prima della sentenza di appello che lo avrebbe condannato. In realtà, spiegano gli investigatori dell'Antiterrorismo, la possibile rete di Fezzani, che secondo i servizi libici sarebbe coinvolto nel sequestro dei quattro tecnici della Bonatti rapiti in Libia un anno fa, è stata oggetto di osservazione sin dal 2012.

Ma neppure il ritrovamento dei documenti convince: è difficile, spiegano, che in una città sotto assedio da mesi vengano custoditi e abbandonati documenti riservati, che rivelano l'esistenza di cellule attive in Europa. L'ipotesi più credibile, sostengono, è invece quella del tentativo, da parte dei servizi libici, di accreditarsi con l'intelligence europea e italiana.