Italicum, Mattarella ha firmato. Lega e parte di Fi pronte al referendum

Italicum, Mattarella ha firmato. Lega e parte di Fi pronte al referendum
Mercoledì 6 Maggio 2015, 07:55 - Ultimo agg. 8 Maggio, 09:19
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L'Italicum supera anche l'ultimo traguardo: la firma del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un ultimo step grazie al quale la nuova legge elettorale viene ora promulgata.

La notizia arriva nel pomeriggio, dopo che la firma apposta anche dal premier nel corso della mattina era stata accompagnata dal plauso della stampa

estera e, soprattutto, dalle parole di incoraggiamento di importanti agenzia di rating come Moody's e Fitch.

«E' un passo avanti nel percorso delle riforme istituzionali e strutturali intrapreso dall'Italia e nel medio termine rafforzerà il profilo di credito del paese riducendo i rischi politici che gravano sulle politiche economiche e di bilancio», è il giudizio di Fitch secondo la quale «gli ultimi dati indicano che l'Italia quest'anno uscirà finalmente dalla sua profonda recessione». In una nota di commento, che non implica alcuna azione sul rating, anche Moody's segnala come l'approvazione della riforma elettorale sia «credit positive», abbia cioè un impatto positivo sul merito del credito, «se accompagnata dalla riforma del Senato».

Dall'estero. Un riconoscimento che fa il paio con i giudizi, per lo più positivi, della stampa estera.

La stampa tedesca, che ha rivolto ampia attenzione in questi giorni al tema, segnala il successo del premier italiano. «Forza Renzi», titola Handelsblatt. «L'ora del riformatore, Renzi trionfa sulla legge elettorale» scrive anche la Sueddeutsche Zeitung. In un'editoriale, il quotidiano spagnolo El Pais parla di una «buona notizia per il suo promotore, per l'Italia e per tutta l'Europa: si tratta di un passo fondamentale e imprescindibile dell'ambizioso e necessario programma di riforme» con cui Matteo Renzi «vuole migliorare» il suo paese. Anche il Financial Times affida ad un editoriale l'analisi sulla nostra riforma elettorale con cui «Renzi scuote la scricchiolante governance italiana». Il quotidiano finanziario britannico plaude per l'evolversi del programma di riforme del premier italiano ma solleva anche qualche dubbio. Non ultimo quello secondo cui «il primo ministro non è arrivato al potere dopo un'elezione legislativa».

Napolitano. Plaude al risultato raggiunto anche l'ex Capo dello Stato. «Credo sia stato un raggiungimento importante», approvare la riforma «era indispensabile» dice Giorgio Napolitano. Quanto al nuovo Presidente della Repubblica, la firma è arrivata, ovviamente, senza alcun commento da parte dell'inquilino del Colle. Nonostante le speculazioni di qualcuno in ambienti parlamentari si fa notare che l'ok è arrivato in tempi tutt'altro che frettolosi, considerato che l'articolato della riforma, identico a quello uscito dal Senato, era da tempo a conoscenza di Sergio Matterella e che sarebbe stato difficile ravvisarvi profili di «manifesta incostituzionalità». E ciò in considerazione del fatto che sia sotto il profilo delle liste bloccate che del premio sembrano oggettivamente superati i rilievi della Corte Costituzionale. Un giudizio diverso, peraltro, sarebbe potuto apparire come un tentativo del Presidente di sostituirsi in maniera preventiva ad una eventuale istruttoria successiva della Consulta. Infine, si nota, tra le valutazioni del Colle sarebbe rientrata anche quella relativa al rispetto nell'Italicum delle raccomandazioni europee in materia di riforme dei processi elettorali.

L'opposizione

Se la Lega insiste sul referendum sull'Italicum, Fi si divide, con Renato Brunetta pronto a imbarcarsi in questa battaglia mentre Altero Matteoli frena e punta al rilancio politico del centrodestra.

A chi vorrebbe fermarlo, il premier ribadisce la sua linea: «Avanti con la testa dura. A un certo punto basta compromessi: si decide», dichiara. E ribadisce che è pronto a farsi mandare a casa «anche domani» pur di non farsi frenare. Perchè, ribadisce con metafora a lui cara, è in corso un derby tra chi «fa l'elenco delle sfighe» e «si crogiola nella protesta», e chi «fa le cose» perchè pensa che la politica sia una «cosa seria» e non solo «sistemazione di poltrone».

La legge elettorale, rivendica Renzi, consegnerà «finalmente» all'Italia governi stabili, che si assumeranno la responsabilità di decidere. Grazie a quella legge una politica che prima faceva i «dibattiti per capire chi aveva vinto», ritrova la sua «dignità» e cancella l'onta «atroce» di una legge elettorale scritta dalla Consulta.

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