Roma, caso rifiuti: si aggrava il caso Muraro: coinvolto l'uomo di Mafia Capitale

Roma, caso rifiuti: si aggrava il caso Muraro: coinvolto l'uomo di Mafia Capitale
di Michela Allegri e Cristiana Mangani
Venerdì 30 Settembre 2016, 07:46 - Ultimo agg. 1 Ottobre, 00:02
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ROMA Abuso di ufficio in concorso con l'ex dg di Ama, Giovanni Fiscon. Per Paola Muraro, assessore all'ambiente della giunta Raggi, la situazione sembra complicarsi ogni giorno di più. La procura della Capitale ha iscritto il suo nome sul registro degli indagati insieme con quello dell'ex direttore generale dell'azienda dei rifiuti. Un particolare importante, dal punto di vista giudiziario, in considerazione del fatto che Fiscon è sotto accusa nel processo a Mafia Capitale, per via degli stretti rapporti con l'ex ras delle cooperative, Salvatore Buzzi.

Che Muraro fosse considerata un fiore all'occhiello per i vertici di Ama durante il periodo della gestione Panzironi-Fiscon, è ormai un fatto noto. Per anni l'attuale assessore ha percepito uno stipendio da consulente che andava ben oltre quello di altri che avevano lo stesso incarico. Ma è stata necessaria l'analisi della documentazione sequestrata dai carabinieri del Noe negli uffici della Municipalizzata, per chiarire quanto il suo ruolo fosse determinante nelle scelte più decisive durante l'emergenza rifiuti. Quasi si trattasse di una dirigente.

LE TELEFONATE
Il pubblico ministero Alberto Galanti e il procuratore aggiunto Paolo Ielo hanno recuperato trenta telefonate che erano finite nell'inchiesta Mafia Capitale, ma che non erano state trascritte perché considerate irrilevanti per quella indagine. I dialoghi sono stati ora riletti dai magistrati e rivelano complicità sospette tra Muraro e Fiscon nella gestione del sistema rifiuti in quegli anni. Tanto che l'inchiesta sembra aver preso una strada molto rapida e si sta avviando verso la chiusura, che potrebbe avvenire già verso la fine di ottobre con la richiesta di rinvio a giudizio.
L'attenzione dei pm punta principalmente alle consulenze che la signora ha percepito nel corso degli anni. E una in particolare: riguarda un contratto che Fiscon ha stipulato con lei per averla come consulente giudiziario nei processi contro l'azienda e lui stesso. E' un accordo che per i pm è illecito, in quanto il contratto nazionale dei dirigenti prevede che le consulenze possano essere pagate dall'azienda pubblica solo nel caso in cui si tratti di difendersi da un reato compiuto nell'esercizio delle funzioni, quindi senza il dolo. Nel caso dell'assessore, invece, sarebbe stata comunque Ama a pagare, a prescindere dalla presenza di dolo o di colpa grave. Tanto che la clausola è stata poi cancellata, quando è arrivato ai vertici della municipalizzata, Alessandro Filippi. Una nomina che il gruppo ha tentato di ostacolare in ogni modo.

Ma non è tutto, perché sull'esperta pesano anche altri fronti di indagine, che riguardano i suoi rapporti con Manlio Cerroni e una determina della Regione Lazio che risale al 2010, che fa riferimento alla collocazione originaria del tritovagliatore che sarebbe dovuto sorgere a Malagrotta. Per la procura, il Supremo avrebbe tentato di aggirare la normativa che imponeva un costo di 104 euro per ogni tonnellata di materiale smaltito. Ci sarebbe riuscito, realizzando lo stabilimento a Rocca Cencia, aggiudicandosi così un contratto più vantaggioso.

LA TARIFFA
Nel documento approvato da Fiscon si legge che una tonnellata di rifiuti sarebbe stata pagata 175 euro. Allora il sospetto è che, almeno dal 2011, re Manlio abbia ottenuto vantaggi grazie all'appoggio di soggetti istituzionali. Anche quelli dell'allora consulente Muraro, visto che proprio lei ha insistito per la riapertura del sito, forse tentando di fare gli interessi di Cerroni.

La storia, comunque, è parecchio complicata. Ha inizio nel 2010, quando il sistema di smaltimento romano è basato quasi unicamente sulla discarica di Malagrotta, che accoglie materiali indifferenziati provenienti dalla città. La Regione è a rischio sanzione: le normative europee stabiliscono che il materiale non possa essere inviato in discarica «tal quale», senza un precedente trattamento. Viene quindi emessa una determina con cui si ordina al gestore di Malagrotta di costruire un tritovagliatore da collocare nella zona. Un anno dopo, il consorzio Colari chiede alla Provincia di poter realizzare un centro di Trasferenza a Rocca Cencia, che avrebbe dovuto smistare i rifiuti. Il progetto passa. E, come d'incanto, nel 2013, Cerroni ottiene di trasformare quel centro nel tritovagliatore.