Berlusconi vede Salvini. Il leader della Lega a Tosi: «Con Zaia o fuori». Il sindaco: «Potrei candidarmi in Veneto»

Berlusconi vede Salvini. Il leader della Lega a Tosi: «Con Zaia o fuori». Il sindaco: «Potrei candidarmi in Veneto»
Venerdì 6 Marzo 2015, 13:30 - Ultimo agg. 7 Marzo, 13:53
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Il segretario della Lega Nord Matteo Salvini è appena uscito da una delle residenze milanese di Silvio Berlusconi, in via Rovani, dove ha incontrato il leader di Forza Italia. Salvini non si è fermato con i cronisti dicendo di essere atteso per un incontro in Regione Lombardia. I due leader averbbero discusso delle prossime regionali in Veneto e dell'opportunità di sostenere il candidato Luca Zaia, attuale governatore.



L'ULTIMATUM «Ognuno fa scelte legittime, ma chiunque non sostiene Luca Zaia si mette fuori dalla Lega». Lo ha detto il segretario della Lega Matteo Salvini interpellato sugli ultimi sviluppi del 'caso Tosì in Veneto. Per Salvini la questione «è chiusa» e in Veneto l'alternativa è fra Luca Zaia e Alessandra Moretti. «Per me il capitolo beghe è chiuso».



LO SCONTRO Intanto continua lo scontro nella Lega. «Ho il massimo rispetto del Federale che ha votato all'unanimità e ha scelto questa linea». Lo ha detto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, rispondendo ai giornalisti che a Conegliano (Treviso) oggi gli hanno chiesto un commento dell'aut aut del Consiglio Federale della Lega Nord a Flavio Tosi.



IL PRESIDENTE DEL VENETO «In ogni caso - ha aggiunto Zaia - scelgono i veneti, come il solito. Io sono veneto fino a prova contraria. Ho sempre fatto in piena libertà quello che ritenevo opportuno per i veneti. La questione è che a me nessuno ha mai chiesto niente. Sono sicuro che anche nelle prossime liste le sezioni e le circoscrizioni sapranno elaborare delle proposte nella totale armonia e si confronteranno».



IL PRESIDENTE DELLA LOMBARDIA La dichiarazione di Zaia arriva a pochi minuti dalla sentenza di Roberto Maroni. «Il consiglio federale è sovrano nelle questioni interne alla Lega e ha deliberato», ha sottolineato il presidente della Regione Lombardia a margine della cerimonia di apertura dell'anno giudiziario della Corte dei Conti, in corso a Milano, rispondendo alle domande sulle decisioni della Liga veneta in merito alla possibile uscita dal partito del sindaco di Verona Flavio Tosi. «Chi si mette fuori dalla Lega non va da nessuna parte - ha cocnluso Maroni - e non credo che Tosi faccia questo errore
».



IL SINDACO DI VERONA «Se il Consiglio federale della Lega mantenesse la posizione del commissariamento valuterei le dimissioni da segretario della Liga Veneta. Poi a quel punto liberi tutti», aveva detto poco prima il sindaco di Verona e segretario della Liga Veneta Flavio Tosi a «24 Mattino» di Alessandro Milan su Radio 24. Tosi non ha nascosto che la frattura tra lui e Salvini sia vicinissima: «Se venisse portata avanti la linea del commissariamento la frattura sarebbe irreparabile. Spero che loro rivedano questa decisione presa, una decisione sbagliata». Poco più tardi il leader veronese ha rincadato: «Si deve tornare indietro.
Non ci sono altre possibilità. Il commissariamento, tra l'altro, va votato con la maggioranza dei tre quinti del consiglio federale cosa che non è avvenuta. Quindi c'è anche un problema formale. Io a fare il segretario della Liga Veneta commissariata non ci resto, per un fatto di dignità personale. C'è chi dice di trattare, ma io non tratto niente».




OGNUN PER SE IN CORSA PER LE REGIONALI E alla domanda se possa addirittura candidarsi a governare il Veneto il sindaco di Verona ha risposto: «Io sono stato da sempre fin troppo leale e corretto, quindi ho sempre sostenuto la candidatura di Zaia. L'ho fatto anche lunedì scorso, salvo poi essere commissariato. Ora, se ci fosse una frattura ognuno poi deciderebbe liberamente. Ma se così fosse non avremmo certo provocato noi la situazione, noi abbiamo chiesto solo un diritto scritto nell'art. 39 dello Statuto della Lega, cioè fare le liste. Se loro portano avanti questa frattura, allora ognuno può fare quel che vuole. Posso rimanere sindaco, ritirarmi in seminario o anche candidarmi a governatore».



I MOTIVI DELLA SPACCATURA CON SALVINI Tosi ha spiegato le ragioni per cui ieri la Liga Veneta ha respinto il commissariamento: «Abbiamo deciso così a maggioranza per due motivi: uno è tecnico, perchè serve un voto del Consiglio federale con maggioranza di tre quinti. Il problema sostanziale è il secondo: non è mai successo che la Liga Veneta venga commissariata a due mesi dal voto solo per fare le liste. È un atteggiamento irrispettoso, tanto vale che le realtà regionali vengano chiuse e si decide tutto a Milano. È una cosa profondamente scorretta».



UOMINI LIBERI Infine, chiesto un parere dei suoi spesso burrascosi rapporti con i segretari federali (prima Bossi, ora Salvini), Tosi ha detto: «Io sono un uomo libero e diversamente da tanti altri antepongo la coerenza e la dignità a qualsiasi altra cosa».
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