Mafia capitale, Boldrini: «Hanno deturpato il valore della solidarietà»

Mafia capitale, Boldrini: «Hanno deturpato il valore della solidarietà»
di Laura Boldrini
Venerdì 12 Dicembre 2014, 06:09 - Ultimo agg. 10:43
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Dall'inchiesta su Mafia Capitale sta emergendo un sodalizio criminale basato sullo sfruttamento delle persone più fragili - rifugiati, richiedenti asilo, minori stranieri soli.

Un sistema marcio, nel quale amministratori pubblici ed associazioni che dovrebbero occuparsi del benessere dei più vulnerabili insieme ad alcuni esponenti politici lucrano sul bisogno degli altri per tornaconto personale. Fatti che deturpano il valore della solidarietà. E se i trafficanti sono persone senza scrupoli, che dire di coloro che si arricchiscono sulle spalle di chi fugge dalle guerre e dalle violazioni dei diritti umani o è sopravvissuto ai naufragi nel Mediterraneo?

Chi ha commesso reati ne risponderà davanti alla legge. Ma è importante ribadire che a fronte di qualche manigoldo ci sono tanti operatori competenti e motivati, che svolgono onestamente il proprio lavoro. Ed è anche fondamentale sfatare qualche pericoloso luogo comune: i fondi destinati ai richiedenti asilo e ai rifugiati non vanno nelle loro tasche, ma sono utilizzati dalle strutture di accoglienza, che peraltro danno lavoro a tanti nostri connazionali.

Spero che da quanto sta accadendo si impari una lezione: è imperativo che i partiti facciano pulizia al loro interno, ma anche che si incrementi il monitoraggio e il controllo sull'utilizzo dei fondi. In Italia, per troppi anni, si è preferito non strutturare l'accoglienza. Ogni estate che arrivavano i migranti sulle nostre coste si dichiarava lo stato di emergenza, grazie al quale sono state utilizzate procedure semplificate e con minori controlli. Bisogna evitare di destinare risorse a cooperative o associazioni non certificate e prive della necessaria esperienza, e poi bisogna verificare l'impiego che del denaro viene fatto. Invece a volte i richiedenti asilo, minori inclusi, sono stati “parcheggiati” in strutture non adatte, improvvisate, dove non c'erano nemmeno mediatori culturali che facessero da interpreti e permettessero la comprensione reciproca, o operatori in grado di dare assistenza legale e orientamento, come previsto dalle convenzioni firmate con gli enti erogatori dei fondi.

Questo sistema è costato molto, non ha favorito l'integrazione e si è talvolta prestato ad un utilizzo scellerato delle risorse. Tutto ciò ha contribuito - ed è una delle conseguenze più gravi - ad intaccare l'usuale apertura degli italiani verso il prossimo. Così, paradossalmente, il meccanismo che doveva facilitare la convivenza sta generando ostilità verso i migranti. Anche per evitare questo esito è indispensabile voltare pagina.