Magistrato aggredito in aula
dopo la sentenza, è Sos sicurezza

Magistrato aggredito in aula dopo la sentenza, è Sos sicurezza
Sabato 23 Luglio 2016, 20:11 - Ultimo agg. 22:40
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PALERMO - Tutto è accaduto in pochi minuti. La corte d'assise di Palermo non ha neppure terminato la lettura del verdetto con cui ha condannato a pene pesantissime due persone imputate di omicidio che in aula si è scatenata la bagarre. Ad avere la peggio è stato il pubblico ministero che aveva rappresentato l'accusa in giudizio, Maurizio Bonaccorso, che per entrambi aveva chiesto l'ergastolo. I familiari dei due presunti assassini, Pietro Mazzara e Maurizio Pirrotta, condannati a 30 e 27 anni ciascuno, gli sono saltati addosso e l'hanno colpito al viso con un pugno. La corte e i legali di parte civile sono stati costretti a restare barricati in camera di consiglio fino all'arrivo dei carabinieri. I militari hanno riportato l'ordine e scortato a casa i parenti della vittima, Antonino Zito, assassinato nel 2012 per contrasti tra spacciatori di droga.

L'aggressione riporta d'attualità il tema della sicurezza nei palazzi di giustizia. Ed è su questo aspetto che intervengono l'Anm nazionale, quella distrettuale e il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini. «Sono intimidazioni inaccettabili che ci indignano e che non dovrebbero mai fare ingresso nelle aule di giustizia», commenta Legnini esprimendo «piena e convinta solidarietà» al magistrato anche da parte del Consiglio Superiore. «Nel registrare l'ennesimo atto di violenza contro la magistratura all'interno delle aule di giustizia, - scrive in una nota l'Anm nazionale - esprime solidarietà e sentita vicinanza ai colleghi vittime di una gravissima e inaccettabile azione criminale e condanna con fermezza questo vile attacco all'autorità giudiziaria». L'Anm, inoltre, «manifesta forte preoccupazione per le inadeguate e insufficienti misure di sicurezza presenti negli uffici giudiziari del Paese e invita le autorità competenti a intervenire con urgenza per assicurare idonei presidi nei Palazzi di Giustizia».

Sulla stessa lunghezza d'onda il comunicato della Giunta distrettuale e di Magistratura Indipendente, la corrente di centrodestra della magistratura, che «condanna con indignazione e fermezza l'inaudito atto di violenza perpetrato contro l'autorità giudiziaria e auspica che anche le istituzioni facciano la loro parte». «Si ripropone - scrive Mi - per l'ennesima volta, anche dopo la terribile sparatoria avvenuta al tribunale di Milano un anno fa, il problema di garantire la sicurezza dei palazzi di giustizia. Un tema che riguarda non solo i magistrati ma tutti gli operatori della giustizia, gli imputati e le loro famiglie». «Ricordiamo - concludono - che le strade del nostro Paese sono macchiate dal sangue dei magistrati. È inutile aver ricordato pochi giorni fa Paolo Borsellino se poi non si fa nulla».
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