Roma, peculato, falso e truffa: chiesti 3 anni per Marino. Campidoglio vuole 600mila euro di danni

Roma, peculato, falso e truffa: chiesti 3 anni per Marino. Campidoglio vuole 600mila euro di danni
di Michela Allegri
Giovedì 29 Settembre 2016, 12:16 - Ultimo agg. 30 Settembre, 20:37
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Tre anni e un mese di reclusione per peculato, falso e truffa. È la richiesta avanzata dai pm Roberto Felici e Pantaleo Polifemo a carico dell'ex sindaco Ignazio Marino, sul banco degli imputati per lo "scontrino gate", lo scandalo che gli è costato il posto in Campidoglio, e per il presunto raggiro della Onlus Imagine. Ora la parola passa alla difesa del medico di centrosinistra.

La sentenza del gup Pierluigi Balestrieri è prevista per il 7 ottobre. Nel frattempo, il Campidoglio si è costituito parte civile e, attraverso i suoi legali, ha chiesto 600mila euro di danni: 100 funzionali e 500mila d'immagine.

Per la Procura, il chirurgo dem avrebbe saldato con la carta di credito di rappresentanza 56 banchetti privati, fatti passare come "incontri istituzionali" negli scontrini di servizio. Le cene irregolari sono state evidenziate dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria: sono state effettuate tra il luglio 2013 e il giugno 2015, per un conto che ammonta a circa 13mila euro. Nel capo d'imputazione gli inquirenti scrivono che Marino avrebbe pagato i pasti «nell'interesse suo, dei congiunti e di altre persone non identificate», cagionando «un ammanco stimato in euro 12.716» e aggiudicandosi l'accusa di peculato.

La contestazione di falso è invece relativa alle «disposizioni impartite al personale affinché formasse dichiarazioni giustificative inserendo indicazioni non veritiere, tese ad accreditare la natura istituzionale dell'evento e apponendo in calce alle stesse la di lui firma».

In relazione alla Onlus Imagine, da lui fondata nel 2005, l'ex sindaco rischia infine la condanna per truffa insieme ad altre tre persone. I pm contestano agli imputati di aver predisposto la certificazione di compensi per prestazioni di soggetti inesistenti, guadagnando circa seimila euro di contributi. Il chirurgo, in qualità di legale rappresentante, avrebbe siglato le certificazioni anomale, tra il 2013 e il 2014.


«Abbiamo chiesto l'assoluzione per non aver commesso i fatti. Marino sta benissimo, si è difeso alla grande», ha detto l'avvocato Enzo Musco, difensore di Marino, al termine dell'udienza. «Abbiamo fatto a pezzettini l'impianto accusatorio dei pm - ha aggiunto in merito alla questione degli scontrini - Mi stupisco del modo in cui sono state condotte le indagini della guardia di Finanza. Per bene 49 volte hanno ripetuto lo stesso refrain, invece di andare dal professor Marino e domandare con chi avesse cenato in quelle occasioni». Inoltre, ha proseguito il legale, «Tutti i giustificativi sono stati firmati dal capo della segreteria politica».

Per quanto riguarda la questione della Onlus Imagine, Musco ha spiegato: «Marino non si è mai recato nella sede dell'Onlus e non ha mai compiuto atti di natura amministrativa per la Imagine. Questo capo d'accusa, come gli altri, è davvero incomprensibile».

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