Migranti, recuperato relitto
Dentro centinaia di salme

Migranti, recuperato relitto Dentro centinaia di salme
Mercoledì 29 Giugno 2016, 19:06
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E' stato recuperato il relitto del peschereccio che ha fatto naufragio il 18 aprile 2015, nel Canale di Sicilia, a 100 miglia dalla Sicilia e a 40 dalla Libia, a una profondità di 370 metri. Al suo interno ci sarebbero i corpi di circa 700 migranti, che erano stati stipati nell'imbarcazione da trafficanti di persone e di vite umane senza scrupoli, per quella che è una delle più grandi tragedie del Mediterraneo. Solo 28 i sopravvissuti, compresi il presunto capitano e il mozzo del peschereccio che sono sotto processo davanti al Gup di Catania.

Dallo scorso anno il ministero della Difesa, su input del governo, ha costituito una task force guidata dalla Marina Militare per il recupero del relitto e per avviare l'identificazione delle vittime. Il maltempo ha frenato i lavori, imponendo degli stop and go. Dalla nave Ievoli Ivory nei giorni scorsi è stato calato il
«modulo», un grande telaio meccanico che è stato poggiato in mare in modo da fare da cornice rettangolare al relitto. Poi, nella sala comando, una sorta di sala gioco con decine di schermi, mossi da dei joystick sono state attivate delle marre che hanno bloccato, ancorandolo al modulo, il peschereccio.

«Un'operazione non facile - spiega un operatore della nave Ievoli Ivory - perché la visibilità già bassa è diventata scarsissima quando è stato appoggiato sul fondo anche il modulo. L'unico punto di riferimento per il pilota è stato soltanto e unicamente il sonar». Poi è cominciato lento il sollevamento. A cinque metri dal fondo il primo grande applauso: «siamo in sollevamento con il relitto dentro il modulo...».


È difficile contenere la soddisfazione e la commozione. Ma non è finita. Adesso arriva un'altra parte difficile: il sopralluogo. Per primi entreranno in azione i vigili del fuoco. «Occorre controllare la consistenza strutturale del relitto - spiega l'ispettore Paolo Quattropani del comando provinciale dei pompieri di Siracusa - e lo stato di conservazione dei corpi e allo stesso tempo fare una prima stima numerica delle vittime che sono nel relitto. Il nostro obiettivo principale è alzare al massimo il livello di sicurezza all'interno dell'imbarcazione». Anche perché il relitto ha dato qualche segnale di cedimento dopo la salita.


Già dal giugno del 2015, su indicazione della presidenza del Consiglio, la Marina Militare con una complessa operazione ha cominciato a recuperare le salme grazie a veicoli a comando remoto che si sono immersi nelle profondità del Mediterraneo. Da allora sono stati prelevati dal relitto oltre 169 cadaveri. Sul posto sono state schierate nave Anteo, che ospita la base di comando, nave San Giorgio, per la sicurezza, nave Alghero, per il recupero di eventuali salme fuori dal relitto, e nave Tremiti, per il trasporto container. Adesso il peschereccio, congelato con dell'azoto liquido, viene condotto nel porto di Augusta dove, il ministero della Difesa, attraverso Marisicilia, ha fatto realizzare una cittadella operativa, che vede all'opera 150 persone al giorno.

I corpi saranno esaminati da esperti sanitari di varie università coordinati dalla dottoressa Cattaneo del Labanof del dipartimento di Medicina legale dell'università di Milano, allo scopo di acquisire informazioni utili a creare un network a livello europeo che permetta di risalire all'identità delle vittime attraverso l' incrocio dei dati.
L'attività disposta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri è resa possibile grazie alla sinergia tra i ministeri di Difesa, Interno, Salute e dell'Istruzione in collaborazione con il Commissario Straordinario per le persone scomparse, la Prefettura di Siracusa e la Procura di Catania. Il modulo di recupero è stato progettato e realizzato dalla Impresub-Diving and Marine Contractor di Trento.
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